Strepitano, straparlano, infieriscono, accusano: è il mestiere dei negazionisti e dei giustificazionisti delle Foibe nel nostro Paese. Per pura ideologia, secondo la quale tutto ciò che va contro il loro interesse politico non può essere vero, negano la realtà delle vittime delle Foibe o ne giustificano l'esistenza come una vendetta di guerra.
Chi ha un minimo di sale in zucca sa che tutto ciò è falso, e lo diciamo oggi, nella Giornata della Memoria, per fare un parallelo con chi nega l'Olocausto.
E per quanto il nostro Giorno del Ricordo sia per questi negazionisti e giustificazionisti una spina nel fianco, proprio per loro il 10 febbraio è diventato un vero e proprio business. Si fanno invitare per conferenze, ricevono compensi e rimborsi spese; e soprattutto vendono i loro libri di "favole".
Così, da grandi contestatori del Giorno del Ricordo, è proprio questa ricorrenza che consente loro di campare e di dare una svolta ad un anno che, senza questa occasione, sarebbe assai grigio, così come i loro conti -guardacaso- sarebbero in rosso.
Già solo per questo dovrebbero ringraziare chi il Giorno del Ricordo lo ha voluto, le istituzioni che lo sostengono e le associazioni che lo celebrano ogni anno.
Nella continua lotta tra il bene e il male, loro che rappresentano quest'ultimo, ci campano. In fondo anche questo è un ruolo.
La redazione del sito