di MAURO MANZIN
TRIESTE La Croazia potrebbe ottenere la data della fine dei negoziati di adesione all'Ue ad aprile, e chiuderli a giugno. Lo ha detto a Zagabria, dove si è recato in visita ufficiale, il primo ministro ungherese Viktor Orban, il cui Paese detiene la presidenza semestrale di turno dell'Unione.
«I prossimi due mesi sono decisivi per la fine dei negoziati: marzo dovrebbe essere il mese di una serie di buone notizie, ad aprile la Croazia potrebbe sapere la data esatta», ha detto Orban dopo l'incontro con la premier croata Jadranka Kosor. Il capo del governo ungherese ha osservato però che nel caso questi passi non si facciano come previsto, l'adesione potrebbe slittare ulteriormente.
Il governo di Zagabria spera di firmare il trattato di adesione a fine giugno, per ottenere le ratifiche di tutti i 27 Paesi membri entro la metà del 2012 e aderire nella seconda metà del 2012 o nel 2013. Per raggiungere questo obbiettivo la Croazia dovrà essere convincente nella lotta alla corruzione e al crimine organizzato e nella riforma del sistema giudiziario, argomenti del capitolo 23 dei negoziati, uno dei più delicati, concernente i diritti fondamentali dei cittadini e la magistratura.
È ancora da risolvere anche il destino della cantieristica navale, nel passato la perla dell'esportazione industriale jugoslava, e oggi un settore in quasi totale sfacelo che si regge unicamente grazie agli enormi sussidi statali. La premier Kosor ha annunciato che entro la fine di questa settimana a Bruxelles sarà inoltrato un rapporto sui piani per la ristrutturazione della cantieristica navale.
Piani molto attesi in Istria, in Quarnero e lungo tutto il litorale. A Fiume sono più di tremila gli operai che lavorano nel cantiere Tre maggio da anni in bilico tra la crisi più acuta e qualche commessa che alleggerisce il peso dell’attuale pessima congiuntura economica internazionale. Da rilevare che finora a godere di buona salute è solamente l’Uljanik di Pola dove le commesse si susseguono grazie anche all’alta specializzazione del cantiere. Per il resto è notte fonda. Da ricordare, inoltre, che già alcune aste per la vendita dei cantieri sono andate deserte, aste nelle quali c’era la clausola obbligatoria per l’eventuale acquirente di mantenere il sito nell’attività produttiva attuale.
Le privatizzazioni allarmano molto i sindacati perché sono portatrici di piani che la maggior parte delle volte prevedono tagli occupazionali, un tributo questo, che sembra irreversibile per cantieri come il Tre maggio a tutt’oggi paramentrati secondo i tempi in cui la proprietà era dello Stato. È chiaro, l’era dell’ex Jugoslavia è definitavemnte tramontata e sacrifici appaiono ineluttabili se si vorrà in futuro lavorare in un ottica di competitività nel mercato internazionale. Mercato di per sè attualmente estremamente sfittico con pochissime commesse in gioco. Ne sa qualcosa anche Fincantieri il colosso della cantieristica in Italia.
A marzo è attesa una posizione ufficiale della Commissione europea sui progressi della Croazia nelle riforme del sistema giudiziario, come anche un parere proprio sulla privatizzazione dei canteri.