La Corte di Cassazione ha “assolto perché il fatto non costituisce reato” l’on. Renzo de’Vidovich, Prosindaco del Libero Comune di Zara in Esilio – Dalmati italiani nel Mondo, dall’accusa di aver offeso Giuseppe Vuxani per aver chiesto ai Carabinieri di allontanarlo da una Cerimonia commemorativa alla Foiba di Basovizza, dicendo “partigiano titino, la tua presenza costituisce una provocazione”.
Nella Sentenza la Cassazione precisa che “la stessa presenza del Vuxani alla commemorazione delle vittime della violenza delle milizie titine, di cui egli stesso aveva, pacificamente, fatto parte, poteva essere ragionevolmente intesa come fatto in sé provocatorio, irrispettoso per la memoria stessa dei Caduti ”
Durante il processo l’avv. Luciano Sampietro, difensore dell’on.de’Vidovich, ha prodotto ampia documentazione da cui risultava che lo stesso Giuseppe Vuxani “aveva rivendicato ed ottenuto la qualifica di “partigiano combattente” nell’armata di Tito, che aveva poi utilizzato per ottenere progressi di carriera e vantaggi pensionistici nell’Inps, di cui era dipendente".
Giuseppe Vuxani era stato in precedenza nominato -su proposta dallo stesso on. de’Vidovich- segretario dell’associazione dei dalmati di Trieste e della Fondazione Rustia Traine, incarichi che gli erano stati subito revocati quando si era venuto a conoscenza dei suoi precedenti militari.