Invitare Pahor per commemorare il Giorno del Ricordo è, per Erica Franchi, consigliera provinciale del Pdl, "un’altra occasione perduta, della sinistra toscana: mi ha lasciato perplessa la scelta di invitare uno scrittore dichiaratamente negazionista a commemorare un fatto ormai storicamente accertato". Esistono "storici seri, equidistanti, che da anni studiano le vicende complesse del confine orientale della nostra Patria: perché non sono stati invitati?", domanda Franchi. Questa scelta "costituisce invece mancanza di rispetto verso gli esuli istriani e dalmati, italiani due volte esuli: prima dalle loro terre natie, poi in un’Italia che li rifiutava e cercava di dimenticarli imbarazzata". Ed è una "mancanza di rispetto per tutti quei morti italiani, un riaffermare che i morti non sono tutti uguali".
La celebrazione del giorno del Ricordo e di tutte le altre ricorrenze, dal Giorno della Memoria al 25 aprile, "doveva rappresentare, proprio nell’anno in cui si celebra il 150° dell’Unità d’Italia, l’occasione per quella riappacificazione nazionale che passa solo attraverso l’accettazione ed il riconoscimento del nostro passato, nelle sue sfaccettature più complesse, anche se tragiche e controverse". La Provincia di Firenze, "sponsorizzando una scelta di questo genere ha operato in direzione opposta, ha scelto di dividere anziché unire. Mazzini aveva ragione e ce l’ha ancora: l’Italia è fatta, restano da fare gli italiani".