di Andrea Marsanich
FIUME “Offensiva” dell’ Unione Italiana e del suo presidente Furio Radin in vista del prossimo censimento in Croazia (1-28 aprile). La campagna è basata sulla necessità di esprimere l’ appartenenza alla nazionalità italiana da parte dei connazionali che vivono in Istria, Quarnero, Dalmazia e Slavonia. Mai finora gli italiani che vivono in Croazia erano stati sensibilizzati in questo modo prima di un censimento e invitati a esprimere ai rilevatori la propria nazionalità, per evitare il rischio di un consistente calo numerico della nostra etnia. L’iniziativa di Radin è partita alcuni giorni fa e ha visto finora 7mila e 500 connazionali contattati tramite telefono da un call center di Pola. «In totale ne contatteremo telefonicamente 12 mila – ha precisato Radin – cifra contenuta nel mio database personale, raccolto nel corso della mia carriera. Le persone sono state e verranno contattate per dire loro che i rilevatori al censimento non saranno bilingui e che ad essi potranno chiedere il modulo in italiano, cui hanno diritto per legge e quindi rispondere nella lingua che preferiranno.
I connazionali vengono inoltre invitati a «controllare bene le risposte date e a firmare solo se saranno sicuri che tutto sia stato riportato correttamente». Inoltre ai connazionali viene fornito l’ indirizzo dell’ ufficio di Radin e il suo indirizzo di posta elettronica, affinché il presidente Ui possa essere contattato per denunce concernenti qualsiasi tipo di scorrettezza durante il censimento. Agli interpellati è stato inoltre chiesto se gradissero questo tipo di comunicazione. Il 77% dei 7.500 interpellati ha esternato il massimo gradimento per la telefonata, il 12% ha parlato di buona iniziativa. Probabilmente da oggi partirà anche l’ invio di lettere ai 34 mila membri dell’ Unione Italiana, persone iscritte alle Comunità degli Italiani. L’ iniziativa è dell’ UI e nelle missive si daranno consigli su come rapportarsi al censimento, appuntamento molto importante non solo per la nostra comunità nazionale, ma anche per le singole persone e per la loro fruizione dei diritti comunitari. «Credo che le due campagne siano assolutamente giustificate – ha aggiunto Radin – l’ italianità è troppo importante per poter lasciare che il censimento dipenda da fattori casuali. Abbiamo sentito inoltre il dovere di consigliare a chi è di lingua e cultura italiana di dichiararsi di nazionalità italiana». Radin non ha voluto fare pronostici sul numero di connazionali che risulteranno dai dati del censimento, rilevando che l’ Unione Italiana e lui stesso si sono adoperati fortemente per il mantenimento dell’ italianità di queste terre. «Finora 10 mila persone hanno richiesta la nazionalità italiana – ha concluso – Siamo però coscienti che alla fin fine il numero conta e un’ eventuale diminuzione marcata della cifra degli italiani potrebbe essere presa a pretesto per darci di meno».