In pubblico ha ballato e cantato, ma il pugile non l’aveva mai fatto. Almeno fino a ieri quando – sollecitato dai fasti di Nino Benvenuti e dalle attuali contese politiche – il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha sfoggiato la veste inedita di pugile. Un siparietto andato in scena ieri mattina nel corso di una cerimonia a Palazzo Costanzi, che ospita la mostra “Il Mondo in pugno” dedicata all’ex detentore della corona mondiale dei pesi medi. Pochi minuti, quasi due round, il tempo necessario al taglio del nastro e allo scambio di doni fra Dipiazza e Benvenuti: al campione una targa ricordo, quale tributo per l’onorifica veste di “stemma e ambasciatore di Trieste nel mondo”; al primo cittadino, che mancino non è, un guantone da boxe, sinistro e di quelli moderni, rigorosamente autografato da Benvenuti. Dipiazza ha ricordato la sua passione per la boxe proprio all’epoca delle imprese mondiali di Benvenuti («Ero tra quelli che lo attendeva in Costiera»), aprendo poi il match personale: «Questo me lo porto in Consiglio comunale – ha detto il sindaco – chissà non mi serva…». Non è stato l’unico “diretto” portato da Dipiazza durante la visita alla mostra commemorativa. Nel mirino del sindaco anche le modalità giornalistiche di un tempo, testimoniate dai molti giornali dell’epoca esposti a Palazzo Costanzi. Pagine mai ingiallite che raccontano le imprese di Benvenuti a cavallo degli anni ’60 e ’70: «Una volta sì che i titoli funzionavano nelle cronache – ha aggiunto Dipiazza – guardate questo: “Il Mondo è nostro”( ala prima pagina del Corriere dello Sport del 1969, dedicata ad una difesa del titolo iridato di Benvenuti, ndr) altro che frasi come “Trst Je nas” (usato recentemente dall’edizione slovena di Playboy, ndr).
Francesco Cardella