L’Italia unita prima dell’unità. Così potrebbe anche chiamarsi la mostra allestita nella Sala della Lupa a Montecitorio (“Quel magnifico biennio. 1859-1861”) e inaugurata oggi dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, dell’On Giuliano Amato, Presidente del Comitato per il 150° dell’Unità d’Italia, e dal Presidente della Federazione delle Società Filateliche Italiane Piero Macrelli.
La mostra, curata da Bruno Crevato Selvaggi, membro della Consulta Filatelica Italiana e dirigente della Società Dalmata di Storia Patria, illustra in oltre sessanta pannelli le origini del francobollo nel nostro paese dalla fine del Settecento ad oggi, attraverso le tappe più significative della sua storia: il periodo napoleonico, la Restaurazione, i moti risorgimentali, le tre guerre d’indipendenza, al di qua e al di là del crinale storico del 17 marzo 1861, data di nascita dello Stato unitario, allora Regno d’Italia.
Tra i francobolli e la corrispondenza esposti sono di eccezionale interesse per lo storico e il collezionista quelli relativi alle regioni adriatiche orientali. Per gli stati italiani pre-napoleonici è presente un dispaccio della Repubblica di Ragusa, oltre a quelli della Repubblica Veneta. Non mancano documenti relativi al primo Regno Italico (che arrivava fino alle Bocche di Cattaro) e alle Province Illiriche dei primi dell’Ottocento, regolarmente in lingua italiana, con bolli e timbri nella stessa lingua.
Ma il documento più singolare è una mappa postale austriaca degli anni 1840 in cui vengono distinte le varie parti d’Italia, tra gli Stati sovrani presenti: Regno di Sardegna, Stato Pontificio, Regno delle Due Sicilie, Granducato di Toscana, ecc. e l’Italia “austriaca”, distinta in Regno Lombardo-Veneto e altri territori “italiani” come il “Tirolo Italiano” e la “Parte Italiana dell’Illirio”, nella quale è compreso tutto l’allora Litorale Austriaco, dalle Giulie al Quarnaro. La corrispondenza, come quella del “Corpus Separatum” di Fiume e del Regno di Dalmazia, è prevalentemente in lingua italiana, come in italiano sono i timbri degli uffici postali e i valori bollati. L’impero austriaco rispettava l’identità dei luoghi quale allora appariva.
Un altro periodo di estremo interesse è quello tra il 1918 e il 1920-24 nelle “nuove province”, quando all’occupazione militare italiana nei territori del Patto di Londra, da Bolzano a Sebenico, succede l’annessione di una parte di essi al Regno d’Italia a seguito dei trattati internazionali.
Davanti a questi pannelli non può il visitatore non rinnovare nostalgia e rammarico per il tanto che si è perduto lungo il tormentato cammino dell’unità nazionale di quanto all’inizio era considerato italiano.
L.T. © ANVGD