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04apr/10.14 – Provincia Milano: gli studenti sulle foibe

La Lettera su Libero del 30 marzo 2011

 
Guardare e ricordare Il viaggio degli studenti alle foibe dell’odio

di GUIDO PODESTÀ*

Oggi i cento studenti che hanno aderito ai Viaggi della memoria promossi dalla Provincia di Mila­no partiranno alla volta del Carso triestino per vi sitare la Foiba di Basovizza, la Risiera di San Sabba e il Sacrario di Redipuglia. Rientreranno il 2 aprile.

È la prima volta che l’ente propone una seconda tappa dell’iniziativa a completamento della tra­sferta ai campi di sterniinio di Auschwitz e Birkenau. Il 29 gennaio 2010 annunciai, mentre mi trovavo a bordo del treno di ritomo da Auschwitz, che, nel 2011, i Viaggi della memoria si sarebbero dipanati su due tappe in modo da fornire ai ra­gazzi una panoramica più ampia degli orrori perpetrati nel Novecento. Intendiamoci: niente può essere assimilato alla Shoah per numero delle vittime e per atrocità dei metodi utilizzati. Si trat­tò, d’altra parte, di un genocidio studiato scienti­ficamente dai nazisti con l’obiettivo di eliminare dalla faccia della Terra il popolo ebraico e la sua cultura. E, tuttavia, ritengo doveroso che i nostri giovani non siano messi nelle condizioni di assodare solo al nazismo e al fascismo l’idea della so­praffazione dell’uomo sull’uomo. I ragazzi devono, infarti, poter maturare l’ap­proccio culturale adatto ad approfondire temi come i massacri consumati nei gulag sovietici, lo sterminio degli Armeni, la pulizia etnica ai danni degli italiani attuata pure con le Foibe, i conflitti tribali fratutsi e hutu e le stragi di Srebrenica. Per­ché la memoria dei 170 milioni di donne e uomi­ni che, in tutto l’arco del Novecento, hanno perso la vita in genocidi, conflitti etnici e guene nazio­nalistiche rappresenta un patrimonio condiviso da trasmettere ai nostri figli e nipoti. Abbiamo, quindi, ritenuto giusto aggiungere una seconda destinazione ai Viaggi della memoria. Quest’an­no la scelta è caduta sul Carso triestino, nei pros­simi punteremo su altri luoghi. Come il lager ex jugoslavo dell’Isola Calva in cui, sino al ’49, ven­nero trucidati migliaia di italiani. Tra i quali figu­ravano centinaia di comunisti diventati invisi a Tito dopo la sua espulsione dal Cominform.

*presidente della Provincia di Milano

(courtesy MLH)

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