Nel corso della splendida manifestazione del 2 Giugno che ha visto sfilare a Roma tutti i reparti delle Forze Armate nelle uniformi storiche e contemporanee per commemorare anche il 150.mo dell’unità d’Italia, sono stati ricordati alcuni episodi della Grande Guerra che hanno direttamente interessato i confini orientali. In particolare, l’affondamento, ad opera del maggiore Raffaele Rossetti e del tenente medico Raffaele Paolucci, il 1° novembre 1918, della corazzata austriaca «Viribus Unitis» e del piroscafo «Wien» alla fonda del porto di Pola.
La città istriana fu munitissima base della flotta austro-ungarica e divenne nel corso del primo conflitto mondiale uno dei principali obiettivi della Marina italiana. Per superare le difese adottate dagli austriaci bisognò ricorrere a piccole unità d’assalto, come i due motoscafi armati siluranti (Mas) sui quali Rossetti e Paolucci si imbarcarono la sera del 31 ottobre 1918 a Venezia alla volta delle acque istriane. Giunti in vista del porto di Pola, uno dei Mas rimorchiò la «mignatta» di cui era dotato fino ad alcune centinaia di metri dall’ingresso del porto. Poco dopo le 22 i due ufficiali italiani a bordo della mignatta puntarono verso la «Viribus Unitis», sotto la cui carena riuscirono, eludendo ogni sorveglianza, ad applicare una carica esplosiva predisposta ad esplodere.
Alle 6.44 del 1° novembre la corazzata esplose e in soli 10 minuti affondò nelle acque prospicienti Pola. Nel pomeriggio precedente l’Austria-Ungheria, impossibilitata a proseguire un conflitto ormai non più sostenibile, aveva ceduto l’intera sua flotta al nuovo regno di Serbia-Croazia-Slovenia. Il 3 novembre 1918 l’Austria dovette sottoscrivere la resa all’Italia a Villa Giusti, nel padovano, e nel pomeriggio dello stesso giorni i primi Bersaglieri entrarono a Trieste, prima delle città giuliane ad essere congiunte alla Madrepatria.
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