a cura di Roberto Palisca
Sono arrivati dal Veneto, dal Lazio, dalla Liguria e dalla lontana Argentina
Il commovente ritorno degli esuli fiumani alla loro città per San Vito, Modesto e Crescenzia
Per ogni “Fiuman patoco” la ricorrenza dei Santi patroni del 15 giugno, ovvero San Vito, Modesto e Crescenzia, è sempre un momento di grande festa. Se poi si è esuli e si ha la fortuna di riuscire a venire a Fiume per festeggiare San Vito “a casa”, allora l’evento assume importanza del tutto particolare e irrimediabilmente risvolti particolarmente commoventi.
Così è stato anche quest’anno. Per San Vito e Modesto sono ritornati a Fiume esuli residenti in Veneto, in Liguria, in Lazio e in tante altre regioni italiane. Due le comitive intervenute anche agli eventi alternatisi a Palazzo Modello nell’ambito della tradizionale Settimana della cltura fiumana, la prima guidata da Lino Badalucco, di stanza a Laurana e l’altra da Licia Pian, ospite all’albergo “Palace” di Abbazia.
Tra coloro che hanno onorato la Comunità degli Italiani di Fiume della propria presenza per San Vito anche due nostri assidui collaboratori: Rudi Decleva e Alfredo Fucci, del quale pubblichiamo le impressioni in questo numero della nostra rubrica.
Ma c’è stato anche chi è arrivato da molto ma molto più lontano. Le sorelle Anna Maria e Marina Marincovich, ad esempio, i cui genitori erano proprietari di una distilleria e fabbrica di liquori che fino all’immediato dopoguerra esisteva nel rione di Scoglietto, sono arrivate dall’Argentina (e non si sono lasciate sfuggire l’occasione di fare una capatina in vetta al Monte Maggiore dove Anna Maria andava spesso insieme a suo padre quando era ancora bambina).
(courtsy MLH)