INTERVISTA ALL’AMBASCIATORE PIETROMARCHI
«I rapporti fra Italia e Slovenia? Ottimi, dopo anni non eccelsi»
LA CRISI di governo L’esecutivo di centrosinistra di Lubiana non rovinerà le relazioni
dall’inviato Pier Paolo Garofalo
LUBIANA «La recente visita del nostro Capo dello Stato a Lubiana per i 20 anni d’indipendenza della Slovenia ha sancito definitivamente la svolta nella qualità dei rapporti bilaterali. Ora gli elementi di contenzioso vengono trattati da entrambe le parti come temi di trattativa, franca e improntata a soluzioni realistiche». Alessandro Pietromarchi, ambasciatore d’Italia nella vicina capitale, traccia il quadro delle relazioni tra la Penisola e la piccola repubblica confinante. Ambasciatore, quale il giudizio globale sui rapporti bilaterali? Li definirei, dopo anni non proprio eccelsi, molto buoni, di ottimo livello. Il miglioramento negli ultimi tempi è stato netto e il punto di svolta può essere simboleggiato dal Concerto dell’amicizia diretto dal maestro Muti a Trieste nel luglio 2010. Come definirebbe la visita del Presidente Napolitano a Lubiana gli scorsi 24 e 25 giugno? Un pieno successo, anche e forse soprattutto personale per il nostro Capo di Stato. L’omologo sloveno Türk in ogni occasione non ha mancato di riservargli particolari attestazioni di stima, rispetto e manifestazioni di sincera simpatia. I presidenti Napolitano e Türk si erano incontrati già parecchie volte e ne era nata una particolare sintonia, confermata il 24 giugno scorso. Ritiene che la crisi dell’attuale esecutivo di centrosinistra di Lubiana possa danneggiare le relazioni? Non credo proprio, è una questione interna, slovena. Il rilievo e l’importanza dei rapporti bilaterali fra Italia e Slovenia sono di natura permanente. Al di là del “sereno costante” nel bilaterale, qualche problema resta tuttavia… Certo ma è importante sottolineare che, anche grazie al lavoro svolto, lo spirito con il quale queste tematiche vengono affrontate è mutato, molto più predisposto all’ascolto Cosa pensa del raddoppio della centrale nucleare di Krsko? La vita dell’attuale centrale è stata prorogata dal governo sloveno fino al 2043. Pertanto ogni discorso ed ogni decisione sul raddoppio della centrale sono rinviati di molti anni, forse fino al 2030. È noto l’interesse della Regione Friuli Venezia Giulia, recentemente ribadito dal Presidente Tondo a partecipare al progetto, quando i tempi saranno maturi. E sul rigassificatore di Zaule? Il ministro degli Esteri Žbogar ancora pochi giorni fa ha ribadito la contrarietà di Lubiana alla struttura “a causa dell’impatto transfrontaliero”, affermando però di volere sempre dialogare con l’Italia dopo le due riunioni avute con l’appoggio della Commissione europea. A livello di governo è stato istituto un gruppo “tecnico” per esaminare tutte le possibilità per la Slovenia di partecipare alle decisioni finali sul rigassificatore. La crisi economica e finanziaria pesa anche sulla “Svizzera dell’Est”? La ripresa è più lenta del previsto, ovunque, e la Slovenia non fa eccezione. Il Paese ha “corso” molto negli anni scorsi e, pur presentando una situazione che in un’ipotetica graduatoria continentale non sfigura affatto, ora si trova in difficoltà. Tagli al bilancio paiono non solo necessari ma urgenti. In questo contesto come si devono muovere gli imprenditori italiani? A chi ci chiede consiglio in vista di eventuali investimenti diretti cito il recente, positivo esempio della Julon Aquafil del Gruppo Bonazzi di Arco di Trento. Questa ditta specializzata, leader mondiale nel settore, ha creato nel suo stabilimento alle porte di Lubiana un nuovo impianto chiamato Econyl per la produzione di Poliammide 6 riciclata, frutto di un investimento di oltre 17 milioni di euro. Ebbene il Ministero dell’economia sloveno ha concesso un contributo di 3,6 milioni di euro. Più complesso e da affrontare con cautela è il discorso per quanto riguarda l’assunzione di partecipazioni in importanti realtà finanziarie, produttive o di distribuzione.
(courtesy MLH)