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05lug/07.35 – Una testimonianza italiana… come noi

La nostra redazione ha ricevuto il seguente messaggio, che sicuramente conforta tutti coloro che in questi anni lavorano al completo riconoscimento delle nostre vicende e della nostra Storia.

 

“Mi chiamo G. P., ho 46 anni e sono nata e vivo in provincia di Milano. Il mio cognome dimostra chiaramente le mie origini venete, i miei genitori infatti sono nati a Meolo (VE): io mi considero veneta per cultura e tradizioni e anche se ho poche occasioni x farlo, mi piace tanto parlare in dialetto e ritornare nel Veneto appena possibile, Non sto qui a dirvi il perchè…..per la bellezza del paesaggio, per l’arte….la storia…..il mare…Venezia. Mi piace comunque viaggiare, è bello essere cittadini del mondo ma ancorati alle proprie origini.

 

Non so nemmeno io perchè vi scrivo…ma ho letto il libro di Jan Bernas “Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani” e malgrado io non sia ancora andata oltre Trieste, mentre leggevo quelle pagine intrise di importanti informazioni storiche e di racconti di grande e immensa sofferenza, non potevo fare a meno di pensare e immaginarmi i volti, le case, le strade, il mare e tutta la bellezza di quelle terre (non poi così lontane da dove sono nati i miei genitori)….colpite da una crudeltà che, ancora una volta, nella logica dei sentimenti umani non troverà mai una giustificazione.

 

Ho cominciato a leggere in Internet…storie di foibe e di esodo, non ne sapevo niente fino a qualche anno fa, quando per caso mi capitò tra le mani il libro BORA di Anna Maria Mori (libro che sta collocato nella mia mensola dedicata alla storia del novecento a colmare un vuoto di conoscenze che però ora non c’è più).

 

Non ho parole per esprimervi il rammarico per tutto quello che non si è saputo in questi anni, per il silenzio colpevole. Vero è che ancora si conosce troppo poco di quanto è accaduto, per molteplici cause che non sto a discutere in questa sede. Ma quello che fate è importante; ci sono persone che come me vogliono sapere e conoscere la Storia (non siamo nè comunisti nè fascisti nè altro di catalogabile, solo persone che nel loro piccolo cercano di mantenere la memoria e i valori umani).

 

Anche se serve a poco o niente, col mio interesse voglio esservi vicina: non ho platee a cui rivolgermi, ma  leggo comunque spezzoni di libro a mio marito, agli amici che mi vogliono ascoltare, a mia figlia. Siamo noi in primis a trasmettere queste conoscenze se nel nostro piccolo ci facciamo carico di almeno una delle tragedie che hanno colpito il nostro paese: voi col vostro lavoro siete la colonna portante, la base da cui partire per non dimenticare mai.

 

Grazie per il lavoro di tutti quelli che come voi custodiscono la memoria.”

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