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Pola: l’abbraccio di Napolitano ai ”rimasti” (Il Piccolo 05 set)

Insieme in Europa, ognuno con la sua storia fatta di intrecci di culture comuni, guardando al futuro. L’incontro tra i Presidenti Giorgio Napolitano e Ivo Josipovic a Pola ha suggellato, nell’anno in cui le due Repubbliche festeggiano rispettivamente i loro 150 e 20 anni di indipendenza, un momento di riflessione comune sul futuro a poco meno di due anni dall’entrata della Croazia in Europa. E’ stato questo lo spirito dello storico appuntamento tra i due Capi di Stato che si è tenuto sabato nella terrazza gremita della sede della Comunità degli italiani di Pola, poche ore prima del concerto “simbolo” in Arena. Tutto è iniziato un anno fa, ha esordito Napolitano, a Trieste, «quando, grazie ad un artista come Riccardo Muti, abbiamo trovato la chiave giusta per un incontro difficile da realizzare». Quella è stata per Napolitano la giusta prospettiva per superare tutte le incomprensioni del passato, «ce n’è voluto di tempo – ha sottolineato il nostro Presidente – le ferite della storia possono essere profonde e rimarginarle non è facile, perché gravi sono state le responsabilità sia da una parte che dall’altra». Ma ormai quella pagina è stata voltata, sabato a Pola e a luglio dell’anno scorso a Trieste anche con la partecipazione del presidente della Repubblica slovena Danilo Turk. La storia insegna quindi, senza però dover dimenticare, per questo Napolitano ha ricordato come in Italia sia stato istituito il Giorno del ricordo, senza però scordare quanto è stato fatto dal fascismo nei confronti dei croati e sloveni. Oggi si deve guardare al futuro per scrivere una nuova pagina della storia assieme. Napolitano ha ribadito come non si debba più parlare «di rivendicazioni assurde, di cose che non possono più essere messe in discussione. Il futuro sta in Europa». «Con Josipovic – ha spiegato ancora Napolitano nel suo lungo e accalorato discorso davanti alla Comunità degli italiani di Pola – ci siamo capiti subito. Siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità storiche e superare i problemi del passato. Ormai siamo assieme in Europa e questo ci permetterà di superare con un balzo le divisioni tra due stati membri di pari dignità». La storia di queste terre, anche per il Presidente croato Josipovic – di origini dalmate che ha sempre sentito la sua lingua infarcita di parole italiane – è stata elaborata: «Qui in Istria si è saputo trovare un modo per far convivere assieme tutte le comunità nazionali e c’è sempre spazio per migliorare. Nei nostri 20 anni di indipendenza si è fatto molto per alimentare la convivenza tra chi, ad esempio, ha combattuto assieme contro il fascismo. Con gli italiani che hanno contribuito a costruire la cultura e la società di questo Paese che non sarebbe tale». E se il Presidente Josipovic si è dimostrato disponibile a lavorare per migliorare la situazione delle minoranze croate anche Maurizio Tremul presidente della giunta dell’Unione italiana, ha indicato come sia ancora fondamentale ricordare, riflettere sugli orrori fatti dalle nostre aberranti ideologie con un impegno preciso: «Guardare al futuro delle nostre genti e dei giovani, un cammino di pace è iniziato per queste popolazioni che se lo meritano». Ha chiesto infine maggiore attenzione per le scuole italiane e il rispetto del bilinguismo Silvio Delbello presidente dell’Università popolare di Trieste: «L’entrata della Croazia in Europa testimonia importanti successi in tanti settori della vita democratica, per questo è importante che ci sia interesse per lo sviluppo della vita culturale e civile di queste terre».

 

Ivana Gherbaz

“Il Piccolo” 5 settembre 2011 

 

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