Un’importante pagina di storia che si inserisce nel quadro di un dialogo bilaterale forte anche di una riconciliazione già realizzata da tempo a livello di Stati e di governi. Un incontro che ha confermato la volontà comune di rispettare la memoria e di scrivere a grandi lettere la gioia per un traguardo raggiunto grazie all’impegno di tutti, quello della reciproca comprensione. Lo storico evento del 3 settembre, infatti, come sottolineato tante volte in questi giorni, suscita orgoglio. E i motivi sono davvero tanti: a Pola c’è stata la riaffermazione, in forma solenne, della volontà di due Stati di guardare a un futuro di amicizia nell’Europa unita e di superare le pagine oscure del passato, pagine che è doveroso mantenere incise nel ricordo perché non si ripetano mai più. Ma a Pola c’è stato anche un chiarissimo riconoscimento dell’importanza del ruolo della Comunità Nazionale Italiana e delle associazioni che la rappresentano e che contribuiscono in maniera importante a rendere eccellenti i rapporti fra Croazia e Italia. E nella città dell’Arena non è mancata nemmeno un’espressione di rispetto per la difficile esperienza umana di cui sono stati protagonisti gli esuli, che hanno lasciato le terre d’origine durante o dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
Orgoglio, quindi, declinato con le emozioni suscitate dalla consapevolezza di essere protagonisti di un momento che conferma il forte intreccio dei percorsi di due Paesi che tanto hanno in comune e che tanto altro in comune possono costruire grazie alla creatività e allo spirito di iniziativa che ha dato vita a quello che già viene definito “lo spirito di Pola”. Perché a Pola, il 3 settembre, la storia si è arricchita indubbiamente di un tassello nuovo e importante che segna una svolta, che chiude un capitolo per aprirne un altro. Ce lo ha confermato l’ambasciatore italiano a Zagabria, Alessandro Pignatti Morano di Custoza.
“È stato un avvenimento storico. A Pola i due Presidenti, Giorgio Napolitano e Ivo Josipović, hanno scritto una pagina importante per questa parte d’Europa. La dichiarazione congiunta è chiarissima, esprime una condanna rispetto a tutti i crimini del passato. Lo fa senza distinzioni. Nessuna ideologia può giustificare quanto è stato fatto nel passato. La dichiarazione congiunta letta dai Presidenti all’Arena di Pola pone fine a quelle che potevano essere divisioni, dispute, discussioni su eventuali rapporti di causa-effetto, è una condanna chiarissima”.
Una condanna di tutti i nazionalismi e di tutti i totalitarismi che si pone sulla scia dello “spirito di Trieste”, fissato nella dichiarazione congiunta dei presidenti di Italia, Croazia e Slovenia nella quale si parla, per la prima volta, di “esodo dalle terre natali degli Istriani, Fiumani e Dalmati”…
“Pola è il chiaro seguito della prima iniziativa comune avutasi a Trieste nel luglio scorso. Lì c’erano tre Presidenti, quello italiano, quello croato e quello sloveno. Questa volta abbiamo voluto fare una forte iniziativa bilaterale. L’incontro di Pola si è collocato nel contesto della visita di Stato del Presidente italiano in Croazia. Il 14 luglio a Zagabria i due Capi di Stato hanno preso l’impegno di venire a Pola il 3 settembre. Il concerto all’Arena è stato la realizzazione della seconda tappa della visita, una tappa fermamente voluta dai due Presidenti”.
Una tappa che originariamente prevedeva anche un passaggio ad Arbe e a Vines. L’intenzione era quella di rendere omaggio a tutte le vittime delle aggressioni e delle oppressioni che si sono consumate nel XX secolo…
“Certamente, il Presidente Josipović, come ho già avuto modo di dire, era pronto a rendere omaggio alla foiba di Vines in Istria, esattamente come il Presidente Napolitano era pronto a recarsi sul luogo del campo di concentramento fascista ad Arbe. Si è rinunciato a realizzare quest’iniziativa soltanto perché si è rivelata impossibile dal punto di vista logistico. Da parte dei due Presidenti, ripeto, la volontà c’era. È nata pertanto, con lo stesso spirito, l’idea della dichiarazione congiunta solenne che è stata letta a Pola dinanzi a tutti i numerosissimi partecipanti all’evento in Arena. I Presidenti Napolitano e Josipović l’hanno letta rivolgendosi a tutti i cittadini presenti nell’anfiteatro, ma anche a tutti coloro che seguivano l’evento in diretta radio televisiva sui programmi dell’HRT (ripresa anche da RTV Capodistria, nda). È stato questo il modo nel quale i due Presidenti hanno voluto dare il proprio contributo per il raggiungimento di quello che il Presidente Napolitano ha definito essere un ‘punto di non ritorno’. Ora il convincimento è che si sia davvero voltata pagina e che lo sguardo sia rivolto verso il futuro”.
L’incontro di Pola è storico anche perché composto da tanti elementi. Si è aperto con i colloqui con i rappresentanti degli esuli.
“I due Presidenti hanno incontrato prima i rappresentanti delle Associazioni degli esuli, poi i rappresentanti dell’Associazione degli antifascisti croati. Due incontri importantissimi, che hanno anch’essi contribuito a chiudere una pagina e aprirne un’altra. Per la prima volta i rappresentanti delle associazioni degli esuli sono stati ricevuti al più alto livello. E per la prima volta tutte le associazioni degli esuli hanno voluto essere presenti. Un risultato di non poco conto, che testimonia dei grandi passi avanti che sono stati fatti da ogni parte. C’è stato quindi il grande incontro molto bello e toccante con l’Unione Italiana e con i connazionali alla Comunità degli Italiani di Pola, e poi ancora la messa a dimora dell’albero di ulivo davanti all’Arena che ha ospitato il concerto ‘Italia e Croazia insieme in Europa’. La visita ha avuto, pertanto, un programma che passo per passo ha voluto dar voce alla riconciliazione, testimoniare come sia possibile superare 65 anni di storia e dare un’accelerazione al futuro da costruire assieme”.
Ha citato l’incontro con i connazionali che l’hanno vissuto con grande emozione. Una sua valutazione sull’effetto della visita in termini di riconoscimento del ruolo della nostra Comunità.
“Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito al successo straordinario di questa serata, l’Unione Italiana, la Comunità degli Italiani di Pola, tutte le Comunità degli Italiani della Croazia e della Slovenia, l’Università Popolare di Trieste, la Regione Istriana, la Città di Pola… Un grazie sincero a tutti coloro che hanno lavorato per la riuscita di un’iniziativa davvero importante. Per quanto riguarda la Comunità Nazionale Italiana, il risultato di questo impegno è davvero importante, lo hanno detto sia il Presidente Josipović nel suo intervento alla Comunità di Pola, sia il Presidente della Regione Istriana Ivan Jakovčić nel suo discorso tenuto all’Arena. L’Istria non sarebbe quella che è senza il contributo degli Italiani. A Pola c’è stato un importantissimo riconoscimento per tutto quello che fa l’Unione Italiana, per le attività degli Italiani, per le iniziative che si realizzano a favore della lingua e della cultura italiana… Tutto questo è pienamente riconosciuto come un arricchimento per l’Istria, ma anche per tutta la Croazia. La nostra Comunità Nazionale è certamente una minoranza, ma non è soltanto una minoranza, è di più. È una componente essenziale della vita politica, economica e sociale dell’Istria e di tutti gli altri luoghi d’insediamento storico della Comunità Italiana”.
Riconciliazione, dialogo e collaborazione: in termini di traguardi raggiunti a Pola c’è stato indubbiamente un ‘salto di qualità’, che cosa lo ha reso possibile?
“Gli elementi che l’hanno reso possibile sono due e li cito sempre. Il primo è l’Europa, e naturalmente, la prossima adesione della Croazia all’Unione europea della quale diventerà il 28.esimo Paese membro. Il secondo è la lungimiranza dei due Presidenti, il loro forte impegno personale a esprimere una visione proiettata al futuro. Sabato 3 settembre erano presenti in Arena i rappresentanti dell’Unione Italiana, di tutte le Comunità degli Italiani, degli esuli… All’Arena c’erano anche numerosissimi cittadini di Pola, di tutta l’Istria e anche dal resto della Croazia. È stato un momento di grande emozione per gli anziani che lo aspettavano da tanti anni, e per tutti è stata una chiara indicazione della strada da intraprendere per costruire il futuro. Oso sperare che sia davvero un ‘punto di non ritorno’. Per quanto riguarda le relazioni tra i due Paesi, questo punto di non ritorno è stato raggiunto già da tempo. Ma per tutti coloro che erano presenti all’Arena, per tutti i cittadini italiani e croati, spero sia stato davvero un punto di svolta… Certamente, il lavoro da fare è ancora tanto, me ne rendo ben conto, ma la strada è tracciata. È anche per questo che siamo grati ai due Presidenti, che hanno voluto indicarcela e che ci hanno regalato una serata indimenticabile”.
Christiana Babić
“La Voce del Popolo” 14 settembre 2011