21 settembre 2011, Stadio Flaminio di Roma: stanno per entrare in campo le squadre del Grion Pola e dell’A.C. Dalmazia. Nel sottopassaggio, alle due squadre si unisce la terza formazione del “Triangolare del Ricordo”: l’U.S. Fiumana.
All’improvviso, tutti i ragazzi intonano “La mula de Parenzo”; una forte emozione pervade tutti, giocatori e arbitri, dirigenti e pubblico, e non sembri retorica, ma è un po’ del nostro passato che risorge dalle ceneri e sono proprio loro, questi ragazzi, nipoti e pronipoti degli esuli, arrivati a Roma dal Sudafrica, dal Canada, dal Sudamerica, da tutto il mondo insomma, a ribadire, col loro canto, che la nostra grande storia e la nostra cultura non moriranno mai.
Nei tre giorni di ritiro, splendidamente ospitati nel centro “Mondo Migliore”, i ragazzi hanno ascoltato con grande interesse le nostre storie di esuli in Italia e ci hanno raccontato le loro storie di esuli nel mondo.
È stato bellissimo. Nell’insieme è stato qualcosa di più di un triangolare calcistico, e i nostri conterranei Abdon Pamich, Nino Benvenuti, Ottavio Missoni e Margherita Granbassi erano lì a testimoniare che in futuro potremo ancora portare al vertice altri campioni, interpretando lo sport con la cultura giuliano-dalmata, lottando fino in fondo col sorriso sulle labbra.
Sergio Vatta, da Torino, nativo di Zara, allenatore della U.S. Fiumana