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Esodo e non, un Recital da ”Bora” (Il Piccolo 19 ott)

Due donne, entrambe nate a Pola, che intrecciano un dialogo a distanza su percorsi di vita fortemente determinati dalla grande Storia: le parole di “un’esodata” e quelle di “una rimasta” per trasmettere le lacerazioni e gli sradicamenti subiti. Ma anche un incontro attraverso cui iniziare un procedimento catartico per poter un giorno superare le tragedie sofferte. Altre due donne, questa volta entrambe fiumane, che appartengono alla nuova generazione, e che interpretano le sorti delle due polesi, i loro stati d’animo, i pensieri, affrontando nuovamente, ma dal loro punto di vista, la problematicità di un popolo per certi versi abbandonato e senza patria.

 

Nonostante la loro diversità hanno tante cose in comune queste quattro donne di cultura che si sono affermate nel campo della scrittura – in prosa e in versi –, del giornalismo, del teatro. Una versatilità e una multimedialità che hanno trovato espressione nel recital “Bora”: Laura Marchig, poetessa, ex giornalista, oggi direttrice del Dramma Italiano del Teatro nazionale croato “Ivan de Zajc” di Fiume, si è immedesimata nel ruolo della “rimasta” polese Nelida Milani Kruljac; l’attrice Leonora Surian ha vestito invece i panni dell’altra polese, “l’esodata” Anna Maria Mori, scrittrice e giornalista. Il recital “Pagine scelte da ‘Bora’”, con l’accompagnamento musicale di Nina Simčić, allestito dal Dramma Italiano, è stato presentato lo scorso lunedì in prima assoluta all’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ma anche come evento che ha avviato con successo gli eventi zagabresi dell’XI Settimana della Lingua Italiana nel mondo.

 

È il caso di un’attenta lettura di brani tratti dal romanzo (edito dalla Frassinelli nel 1998), scritto a due mani dalla Mori e da Milani Kruljac, nel quale le due scrittrici raccontano le proprie vicende. Una, la Mori, partita nel secondo dopoguerra come esule per l’Italia, e l’altra, la Milani, rimasta nella sua città di cui vedrà cambiare il volto e la natura. Si tratta di una performance intensa, intessuta di ricordi e di riflessioni, che ripercorre pagine dolorose, spesso sottaciute, della storia italiana, che in questo caso diventa anche parte della storia croata.

 

Ardea Stanišić

“Il Piccolo” 19 ottobre 2011

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