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Toth agli studenti di Zara: conservate la città (057info.hr 04 nov)

Ci perviene per cortesia di Walter Matulich la traduzione italiana del servizio, apparso il 4 novembre scorso nel portale zaratino www.057info.hr a firma D.M., sulla presentazione del romanzo di Lucio Toth La casa di calle San Zorzi, il 3 novembre presso la Biblioteca Scientifica di Zara. Il link per visionare l’articolo nella sua versione originaria è http://www.057info.hr/kultura/2011-11-04/lucio-toth-kao-dalmatinac-ljubim-ovaj-grad-poput-vas-hrvata). Altro servizio è stato pubblicato da Zadarski List” a firma di Ante Rogić il giorno 5 (link http://www.zadarskilist.hr/clanci/05112011/roman-o-osobnoj-katarzi)

 

Come Dalmata, amo questa città al pari di voi Croati e che Iddio vi aiuti a conservarla – è il messaggio di Lucio Toth, nato nel 1934 a Zara, trasmesso in occasione della presentazione del suo romanzo a Zara.L’ex-senatore italiano ed attuale vicepresidente della Federazione degli Esuli d’Istria, di Fiume e di Dalmazia, ha scritto il suo primo romanzo intitolato «La casa di Calle San Zorzi», presentato dal Prof. Zivko Nizic e dall’Accademico Tonko Maroevic.

L’autore li ha ringraziati per aver essi, nella presentazione, colto il suo messaggio, ovvero l’intento, attuato, di comprendere le altrui vedute del mondo, diverse dalle sue, con l’ausilio dell’esperienza estetica della scrittura d’un romanzo.

Io ho serbato amarezze verso il comunismo, verso i popoli che qui si sono installati e così pure verso i Croati, ma, venendo da questi parti, ho capito che avrei dovuto superarle. Ed ho intravisto due vie per riuscirci: quale Dalmata e quale rappresentante della cultura occidentale. In questo modo è possibile relativizzare anche le prese di posizione politiche della destra estrema – ha detto Toth, richiamando la cognizione storica secondo cui le soluzioni non risiedono nel Dio Marte.

I suoi personaggi nel romanzo sono i Dalmati che, per le loro caratteristiche, vedono il mondo in bianco e nero, assenti i valori mezzani, e pur tuttavia sono fedeli e leali verso se stessi e verso gli altri. – Tali sono i Dalmati pure nelle opere di Enzo Bettiza – avverte Toth, che indossa una cravatta con lo stemma dalmata.

Passeggiando per le calli della Città, m’è parso di intravedere facce di molti giovani che, in quel tempo, difesero la patria italiana, ha affermato l’autore del romanzo, evocando memorie e sforzandosi di intendere tutto quel che accadde nella sua città natale, senza tuttavia riuscire a reprimere emozioni.

            Mirta Habus, docente superiore nella Sezione di Italianistica (dell’Università zaratina, n.d.t.) si è meritata gli applausi dei suoi studenti per la traduzione che stava effettuando, considerato che, dopo alcune frasi introduttive di Lucio Toth – che, quanto a istruzione, è un giurista ed un valente retorico – ha avuto il compito di tradurre parecchie sue frasi e complessi suoi pensieri. La traduttrice non lo ha ( mai) interrotto, riuscendo felicemente a trasmettere lo spirito e lo stile del messaggio di Lucio Toth nel corso della presentazione del volume che la Sezione di Italianistica ha curato nella Biblioteca Scientifica.

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