di Fausto Biloslavo
Gli esuli riescono a far stampare un francobollo su Fiume italiana, l’ambasciata croata protesta e all’ultimo momento il governo Prodi blocca l’emissione lasciando a bocca aperta la gente accorsa per l’evento.
Il bubbone è scoppiato ieri, quando a Milano e a Trieste erano già pronte le cerimonie per presentare il francobollo di 65 centesimi dedicato a “Fiume – Terra orientale già italiana”. L’iniziativa era stata fortemente voluta dagli esuli, che fuggirono dalle loro terre occupate dai partigiani di Tito nel 1945. Il francobollo fa parte di un programma celebrativo delle Poste italiane per riconoscere il ruolo storico e la presenza della comunità tricolore sull’altra sponda dell’Adriatico.
L’emissione era stata da tempo approvata per la mattina del 30 ottobre, ma alle 22 del giorno precedente una comunicazione urgente bloccava tutto. Lo stesso vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, che doveva partecipare alla celebrazione, è stato avvisato all’ultimo minuto. Una quarantina di persone, fra esuli e appassionati di filatelia, hanno aspettato invano di entrare nel palazzo delle poste di piazza Cordusio nel capoluogo lombardo.
«Sembra che ci sia stato un intervento di Palazzo Chigi dell’ultima ora, per sospendere l’iniziativa» spiega con rammarico al Giornale Guido Brazzoduro. Il presidente del Libero comune di Fiume in esilio, che ha organizzato l’evento, ricostruisce l’imbarazzante vicenda. «Tre settimane fa un alto funzionario del ministero degli Affari esteri mi ha informato che l’ambasciata croata aveva protestato per la scritta sul francobollo che indica Fiume come “già italiana”», rivela Brazzoduro. Si sperava che le note diplomatiche scambiate fra Italia e Croazia avessero risolto il contenzioso e invece ieri mattina è arrivata la doccia fredda. Il ministero delle Telecomunicazioni aveva intimato all’ultima ora di non emettere il francobollo, già pronto, su richiesta della Farnesina. «Il ministero degli Esteri ha segnalato l’opportunità di valutare ulteriormente il momento migliore per dar corso all’emissione», confermano dall’ufficio stampa della Farnesina.
Sembra che lo stop sia legato alle imminenti elezioni in Croazia e comunque non è una novità. Anche la medaglia d’oro che il presidente Carlo Azeglio Ciampi voleva concedere alla città di Zara era stata bloccata il giorno prima dalle proteste croate. Sul francobollo, sotto la scritta “incriminata” sull’italianità di Fiume, è riprodotta l’immagine dell’attuale Museo marittimo e storico della città, che oggi si chiama Rijeka. Si tratta dell’ex palazzo del governatore occupato dai legionari di Gabriele d’Annunzio, che alla fine della prima guerra mondiale risposero all’appello della città di annessione all’Italia. Il palazzo fu cannoneggiato dalle navi italiane per sloggiare i legionari nel Natale di sangue del 1920, dopo la firma del trattato di Rapallo che riconosceva Fiume come “città libera”.
Alla fine della seconda guerra mondiale sui 60mila abitanti di Fiume, 54mila furono gli esuli italiani. Secondo le associazioni della diaspora «è stata vanificata un’opera portata avanti con tatto e spirito europeo». Alleanza nazionale ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e al ministro degli Affari esteri Massimo D’Alema. Il presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi, ha bollato come «assolutamente disdicevole che il ministero delle Comunicazioni e Poste italiane abbiano deciso di sospendere l’emissione di un francobollo dedicato alla città di Fiume, legata alla memoria e alla storia del nostro Paese».