Al Direttore de “Il Messaggero”
Dott. Mario Orfeo
Mail: cronaca@ilmessaggero.it
Oggetto: articolo “Il Villaggio operaio ora è residenziale” dd. 03.01.2012
Egregio Direttore,
dal 1947 sono stato il responsabile dell’Opera per l’Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati che ha realizzato il Villaggio Giuliano, ora Quartiere Giuliano Dalmata di Roma.
La ringrazio per aver dato molto spazio alle notizie sul Quartiere, ma penso anzitutto che ci siano alcuni non indifferenti dettagli che devono essere riferiti.
Oscar Sinigaglia, che Voi citate come primo Presidente dell’Opera, è stato un personaggio della ricostruzione della nostra Italia nell’immediato dopoguerra (siderurgia). Tra l’altro, ha raccolto dagli industriali romani i primi 40 milioni di lire con i quali si è ristrutturato quello che rimaneva del vecchio Villaggio Operai dell’Eur, in 130 mini appartamenti che hanno permesso la sistemazione di altrettante famiglie provenienti dai precari Centri di Raccolta Profughi della Capitale.
C’è stata poi una seconda fase molto importante: altro personaggio della ricostruzione, il triestino Guglielmo Reiss Romoli, che è stato uno dei Presidenti, dell’Opera Profughi, ha ottenuto dall’Amministrazione Aiuti Internazionali mutui per ricostruire il Villaggio, poi divenuto Quartiere, con 555 appartamenti, dove sono stati trasferiti gli abitanti degli alloggi provvisori dell’ex Villaggio Operai.
La “politica” dell’Opera ha voluto che i profughi diventassero proprietari delle case, e oggi gli stessi hanno la soddisfazione di sapere che le somme ottenute sono state restituite alla citata Amministrazione Aiuti Internazionali.
Ancora va detto che il citato Oscar Sinigaglia, con la moglie Marcella Mayer, triestina, figlia de “Il Piccolo”, Teodoro Mayer, ha largamente contribuito (500 milioni delle vecchie lire) alla costruzione nel Quartiere di due colleghi prima ospitati nei locali dell’EUR.
Le saranno giunte altre osservazioni sul Vostro articolo e immagino ci possa essere un ripensamento, o meglio seguito, soprattutto nell’interesse della comunità giuliano dalmata della Capitale, invero ormai numericamente ridotta per ragioni anagrafiche (dal 1947 a oggi sono passati 65 anni) ma sempre custode di un ricordo che anche il Governo ha voluto con la Legge 30 marzo 2004 n. 92.
Grato dell’attenzione, Le porgo i miei migliori saluti.
Aldo Clemente