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voceditalia.it – 041107 – Niente NATO per la Croazia

Busselles, 4 nov. – Nessun allargamento per ora della Nato, ha annunciato ieri l’olandese Jaap de Hoop Sheffer dal quartiere generale dell’Alleanza atlantica a Bruxelles. Per certi stati dei Balcani occidentali, e soprattutto per la Croazia, si tratta di un’autentica doccia fredda in quanto sino a pochi giorni fa sembrava che al prossimo vertice atlantico, che si terrà a Bucarest nell’Aprile del 2008, potessero essere invitate in qualità di osservatori alcune nazioni come l’Albania, la Macedonia e la Croazia che poi nei mesi successivi sarebbe dovuta entrare a far parte in maniera stabile del Patto. Per il governo di Zagabria si tratta dunque di un fulmine a ciel sereno, giunto inaspettato. Sinora dalla vicina nazione adriatica non trapelano notizie ufficiali, ma fonti ufficiose narrano di un presidente Mesic a dir poco furioso. Ognuna di queste tre nazioni balcaniche ha siglato negli anni passati con la Nato un accordo di programma che ha, per esempio, permesso alle truppe dell’Alleanza di utilizzare il territorio albanese e quello macedone come retrovia in occasione dell’attacco al Kosovo ed a Belgrado, durante la guerra che alla fine degli anni novanta l’Alleanza condusse contro la Serbia di Milosevic.

In cambio del nulla- osta all’utilizzo del loro territorio, Albania e Macedonia ricevettero dagli alti gradi di Bruxelles la promessa che nel corso del primo decennio del terzo millennio sarebbero state chiamate a far parte stabilmente dell’Organizzazione. Alla Croazia la promessa fu fatta addirittura in epoca precedente, subito dopo la firma degli accordi di Dayton che posero termine alla guerra in Bosnia. Le performance dei tre paesi non sono di per se cattive ha dichiarato da Bucarest, ove si è recato per preparare il summit, il Segretario generale della Nato, ma devono essere notevolmente migliorate in modo di rispettare un domani i rigorosi criteri richiesti. Tale concetto è stato poi successivamente ribadito una volta che De Hoop Scheffer è rientrato a Bruxelles. Altra questione scottante che in queste ore il vertice Nato sta affrontando è quella legata alla firma di un eventuale accordo di partnership militare con l’Ucraina, il grande paese appartenente alla galassia ex- sovietica la cui opinione pubblica attualmente si trova divisa, come dimostrato dalle ultime elezioni politiche, tra filo- russi e filo- americani. De Hoop Scheffer ha rimandato la discussione della questione al momento in cui sarà il governo di Kiev a bussare alle porte dell’Alleanza, negando il fatto che la Nato intenda calcare la mano in direzione di una rapida adesione ucraina al Patto, attirandosi così le ire del presidente russo Putin, già abbastanza ai ferri corti con l’Occidente a seguito della decisione, fortemente caldeggiata dal governo degli Stati Uniti, di dotare la Polonia e la Cechia di uno scudo spaziale ufficialmente a tutela dell’Europa da eventuali attacchi di terroristi islamici.

Per non aggravare lo stato di tensione già esistente, la Nato poi ha definitivamente escluso la possibilità che Romania, Bulgaria, Turchia e Grecia possano in tempi brevi avvalersi dello scudo medesimo. Un vertice con molta carne al fuoco dunque quello che si terrà a Bucarest nel prossimo aprile e che giunge in un momento in cui i rapporti tra Nato e Russia sono a dir poco tesi anche se gli esperti concordano nell’affermare che non si tratta di un ritorno alla “ Guerra fredda”del passato, che si spera sepolta per sempre tra le macerie del Muro di Berlino, abbattuto nel Novembre di diciotto anni fa.

Sergio Bagnoli

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