POLA – I lavori di scavo in via Flaccio vanno di pari passo a quelli della ricerca archeologica. Ieri, nella zona di scavo, il ritrovamento di due scheletri. Infatti, in un punto dell’area in cui si sta lavorando, parallela a via Massimiano, a circa un metro di profondità, un’archeologa stava spennellando i resti di due corpi umani, resti di un periodo non meglio definito; comunque, antichi.
“Non dirò niente fino a quando non ci incontreremo, a fine settimana, con i conservatori ed i rappresentanti dell’“Herculanea” (che ha commissionato i lavori all’infrastruttura, nda.). Fino ad allora vige il silenzio stampa” è la dichiarazione-lampo rilasciata ieri dalla direttrice del MAI Kristina Džin.
Il veto opposto dal MAI, affermano i meglio informati, è giunto dopo i primi scavi. Nel contratto d’appalto, e di finanziamento, non appare infatti alcuna clausola che regolerebbe la questione degli investimenti in campo archeologico.
I due scheletri ritrovati nelle vicinanze della Posta, insomma, non hanno né data né sesso né “nazionalità”. Non sappiamo chi fossero, come vissero e quando morirono. Le ossa sono venute alla luce la settimana scorsa, e da allora gli archeologi di turno stanno grattando e spennellando i resti con pazienza certosina. Da quel che si è visto, i due scheletri (uno è senz’altro quello di un adulto) sono sovrapposti. Potrebbero essere stati sepolti in maniera non del tutto ortodossa, magari dopo un contagio; in epoche passate questa non è stata certamente zona urbana, è stato il commento di un esperto, che non ha voluto aggiungere altro perchè – dice lui -"sono un semplice passante".
“Non potrebbe dirci se dalle ossa del bacino (di uno dei due scheletri, ossia da quello più visibile) si può già capire di che sesso fosse?” si è insistito con l’archeologa munita di pennello. Silenzio. Per la stampa. E per quanti sono curiosi di conoscere meglio la storia della loro città. (rm)