Nella prestigiosa sede del Salone monumentale della Biblioteca Casanatense il 25 novembre 2011 si è tenuto a Roma il convegno Giuseppe Martinoli, una vita dedicata alla botanica in occasione del Centenario della nascita dello studioso (1911-1970): un progetto della Sede nazionale Anvgd realizzato dal Comitato provinciale di Roma con il contributo della Legge 72/2001 e successive modifiche e integrazioni, accogliendo le istanze di studiosi, ex-allievi e familiari. Il Dipartimento Agroalimentare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e il Parco Regionale delle Alpi Apuane hanno patrocinato l’evento. Il botanico è stato inoltre celebrato nel contesto filatelico in virtù del quale Poste Italiane ha emesso un Annullo speciale che fissa nella iconografia filatelica botanica la memoria dello studioso.
L’affluenza del pubblico e l’interesse suscitati sono stati considerevoli. Due le aree tematiche del convegno sono state due: la ricerca scientifica che copre tutta l’attività lavorativa; la vita, le vicende legate all’isola di Lussino e all’esilio. Dopo i saluti introduttivi del direttore Generale per le Biblioteche, gli Istituti culturali e il Diritto d’Autore, Maurizio Fallace, e della direttrice della Biblioteca Casanatense Iolanda Olivieri, sono iniziati i lavori coordinati da Donatella Schürzel, presidente del Comitato Anvgd di Roma. La prof.ssa Schürzel ha messo in luce le tappe principali della vita di Giuseppe Martinoli, la cui figura – ha detto tra l’altro – ci rammenta tutti quegli esuli illustri che pur nella difficile realtà dell’esilio hanno saputo fondere in sé il valore e la qualità delle significative ricerche scientifiche e testimoniare, nello stesso tempo, l’appartenenza e la fedeltà alla propria terra d’origine.
Quindi l’on. Lucio Toth ha efficacemente inserito e delineato la formazione intellettuale di Giuseppe Martinoli nel quadro storico e politico partendo dagli anni di studio nel Seminario Arcivescovile e al Liceo classico di Zara. Già durante gli anni in cui frequenta la prestigiosa Scuola Normale di Pisa e in seguito, in qualità di docente all’Università, dove figurano personalità istriano-dalmata come il paleontologo Radmilli e il docente di Statistica Mario de Vergottini, zio del prof. Giuseppe de Vergottini presente tra il pubblico.
Il convegno è quindi entrato nella sfera scientifica inerente gli studi e le ricerche botaniche di Giuseppe Martinoli con il completo e appassionato profilo professionale e umano delineato dal prof. Fabio Garbari, suo ex-allievo e poi Direttore dell’Istituto botanico di Pisa, al quale si deve l’intervento Il Maestro di scienze Giuseppe Martinoli: da Cagliari alla direzione dell’Istituto e Orto di Pisa (1955-1963). Il prof. Francesco Maria Raimondo, presidente della Società Botanica Italiana, ha evidenziato l’importanza di valorizzare il contributo dello studioso nella conoscenza della flora e della vegetazione d’Italia ripercorrendo le due direzioni principali delle ricerche: una citologica e embriologica (prof. Chiarugi) e l’altra fito-geografica e floristica (prof. Pampanini).
L’agronomo Enrico Martinoli, figlio di Giuseppe, ha presentato le pubblicazioni scientifiche del padre suddivise per discipline botaniche, rimarcando l’altro livello scientifico e innovativo delle sue ricerche, anche al fine di spiegare le prime scoperte effettuate nell’ambito della citologia vegetale. Prima di una breve pausa, la dott.ssa Maria Ansaldi ha ricostruito la storia della istituzione nel 1966 del Parco delle Apuane nato da un’intuizione e dall’originale idea del prof. Martinoli che volle sperimentare nell’incredibile e suggestivo ambiente naturale delle Alpi Apuane la crescita, la cura, lo studio e la protezione di molte specie mediterranee.
In una pausa il Maestro Francesco Squarcia ha regalato con sublime tecnica professionale e sentimento un intervallo musicale eseguendo alla viola.
La seconda parte del convegno ha ripreso con altri due interventi di carattere scientifico: il primo del prof. Alessandro Bozzini che ha efficacemente esposto l’effetto delle radiazioni e della mutagenesi nei nuclei delle cellule vegetali. Il secondo, di un altro allievo Andrea Pavesi che ha parlato dell’approccio didattico teorico e di laboratorio del prof. Martinoli.
Qui si è aperta la parentesi di interesse filatelico da parte di Marco Occhipinti che attraverso un sintetico excursus storico ha mostrato bellissimi esemplari di francobolli con tema botanico puntando uno sguardo anche ad alcune commemorazioni o celebrazioni significative che Poste Italiane ha inserito nella propria collezione storica. Occhipinti ha annunciato e mostrato al pubblico l’annullo speciale filatelico in occasione del Centenario (1911-2011) della nascita del botanico e dedicato alla Hyoseris taurina (Pamp.) Martinoli.
L’ultima parte del convegno ha visto tre interventi che rientrano nella sfera biografica e privata dello studioso:
Livia Martinoli, figlia di Giuseppe, ha ripercorso gli albori della vita del padre con la relazione dal titolo Origini, natali e studi di Giuseppe Martinoli da Lussino a Zara e a Pisa. Grande interesse ha suscitato la significativa carrellata di immagini che ha mostrato i ritratti dei nonni e dei genitori, i certificati originali, i luoghi dell’infanzia e della gioventù, l’albero genealogico della famiglia Martinolich legato ai diversi rami lussignani e alcuni documenti dell’archivio privato che approfondiscono alcune peculiarità quali lo studio di quattro lingue, la passione per le regate veliche tra ragazzi e il brevetto di nuoto.
La direttrice del “Foglio di Lussino”, Licia Giadrossi ha ampliato il discorso sulla vita di Chetti Morin Martinoli madre lussignana (di Giuseppe) definendola un esempio emblematico di donna lussignana: affabile, colta, laboriosa, generosa e ansiosa di far del bene a tutti. Prendendo spunto da immagini dei luoghi di Lussino frequentati da lei e dai suoi cari, Licia ha mostrato la bellezza dell’isola di Lussino oggidì anche attraverso belle foto panoramiche.
La relazione conclusiva ha riguardato il tema inerente i Ricordi, lettere e scritti in esilio che Adriana Martinoli, altra figlia dello studioso, ha sviluppato partendo dalla scelta e selezione operate all’interno del piccolo nucleo documentale dell’Archivio privato. La molteplicità degli spunti e delle idee ha messo in luce la ricchezza e la profondità dei documenti che si intrecciano e snodano tra foto, immagini, lettere, cartoline e appunti,. dalla minuta del telegramma al Ministro De Gasperi ai contatti con altri esuli: Pier Paolo Luzzatto Fegiz, Gigi Budinis e tanti altri.
Nelle bacheche lignee del salone della Biblioteca è stata allestita una piccola mostra documentaria, curata dalla famiglia Martinoli, composta da fotografie, documenti, lettere, cartoline, scritti, il violino appartenuto allo studioso, nonché le pubblicazioni e alcuni libri suddividendo il percorso espositivo in molteplici temi. Tra quanti hanno presenziato al convegno si ricordano, oltre ai già citati, Marino Micich, segretario generale della Società di Studi Fiumani di Roma, il cav. Aldo Clemente, già opresidnte dell’Opera Profughi, e il presidente Sancin assieme a un folto gruppo dell’Associazione Triestini e Goriziani in Roma “L.Giorgieri”, rappresentanti della Società Dalmata di Storia Patria, una rappresentante dell’Associazione culturale «L’Altro Adriatico».
Adriana Martinoli
14 febbraio 2012