Molti sondaggi sono stati svolti sull’uso della lingua friulana e sulle esigenze ed aspettative dei friulanofoni, ma alcuno è stato svolto, su larga scala e con modalità scientifiche, sull’uso del dialetto nelle province di Gorizia e Trieste.
Ecco la ragione per cui l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e la Lega Nazionale di Gorizia, entrambi sodalizi presieduti da Rodolfo Ziberna, ha commissionato uno studio ad una società specializzata, grazie anche al contributo concesso dall’Amministrazione regionale con i fondi destinati ai dialetti veneti di recente approvazione.
“Senza dubbio il contesto è diverso – ha premesso il presidente dei due sodalizi Rodolfo Ziberna – per una molteplicità di ragioni: il friulano è una lingua ladina parlata quotidianamente nella nostra regione da 700-800 mila persone, mentre quello di Gorizia e Trieste è un dialetto, parlato da 200 mila persone.”
“Il sondaggio – precisa Ziberna – è stato svolto su un campione di 650 intervistati, rappresentativi di una popolazione di 360 mila abitanti, con un margine di errore bassissimo, considerato che i sondaggi nazionali intervistano 1.000 persone in rappresentanza di 56 milioni di persone!”
Gli intervistati affermano di parlare il dialetto triestino (29,1%), bisiaco (19,8%), veneto dell’Istria, Fiume e Dalmazia (11,7%), goriziano veneto (8,6%), gradese (5,9%), muggesano (1,2%). Il 22,5% degli intervistati ha sostenuto di non parlare alcuno di questi dialetti.
Oltre la metà della popolazione (il 55,2%) lo parla lo fa con una certa frequenza e continuità, il 25% lo parla occasionalmente ed il 19,8% lo capisce pur non parlandolo.
Tra coloro che parlano il dialetto l’uso è prevalentemente familiare, ovvero nei confronti del coniuge (82,2%), genitori (63,4%), fratelli e sorelle (82,4%). Una percentuale dimezzata, invece, se invece ci si rivolge a figli e nipoti (46,3%) ed ai colleghi/clienti/amici (48,6%).
“Emerge in tutta la sua forza – fa osservare il presidente Ziberna – come il dialetto sia molto spesso considerato dai genitori una conoscenza da trasmettere ai figli purché non diventi ostacolo all’apprendimento della lingua italiana.”
Il 25,7% è molto convinto che l’Ente pubblico debba tutelare, promuovere ed incentivare l’uso dei dialetti, mentre è abbastanza convinto di ciò il 68,5%.
Per entrare nello specifico del sostegno il 27,8% è molto convinto che si debba sostenere il teatro dialettale, mentre lo è abbastanza il 72,2%. Da rilevare che nessun intervistato si è dichiarato contrario. Meno necessario, appare, invece la necessità di sostenere programmi televisivi in dialetto (il 16,1% lo ritiene molto utile, l’83,2% invece abbastanza).
Ancora meno sono coloro che ritengono opportuno sostenere spazi dialettali sui quotidiani (9,0 % molto convinto, l’87,2% abbastanza convinto, poco il 2,2%).
Maggiore, invece, è il convincimento che debbano essere agevolati spazi dialettali su riviste specifiche: molto convinto lo è il 38,9%, abbastanza il 54,3%, poco il 3,4%.
Dando un grado di condivisione su una scala da 1 a 10 , gli intervistati hanno assicurato di “considerare il dialetto un fattore importante per le relazioni umane (condivisione 8,02/10); che “Il dialetto è adatto anche ai nuovi linguaggi e spazi della comunicazione (internet, sms, facebook, twitter, radio, tv)” (condivisione 6,85/10); ma anche che “Il fatto di conoscere il dialetto aumenta le opportunità di lavoro” (condivisione 7,35/10); infine “Usare il dialetto significa chiudersi in se stessi: è da provinciali “ (condivisione 2,89/10).
“In ultimo – aggiunge Ziberna – alla domanda se conoscessero l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di cui sono anche vice presidente nazionale, ben il 63,7% ha risposto di ‘si’ e solo il 10,2% ‘no’.”
“Dal sondaggio – conclude Ziberna – emerge come il dialetto parlato nella Venezia Giulia appartenga profondamente alla sua cultura ed alla sua storia, come modo di esprimersi non nelle professioni ma nei rapporti familiari ed amicali, nel tempo dedicato agli affetti ed al tempo libero, ovvero nel momento in cui al di fuori della professione si coltivano interessi e passioni. Insomma il dialetto è una vera e propria lingua del cuore.”
Rodolfo Ziberna
presidente nazionale vicario Anvgd
presidente Comitato Anvgd Gorizia