Delegazione dell’Anvgd di Pisa a Trieste per rendere omaggio alla Foiba di Basovizza. Il gruppo guidato dalla Presidente dott.ssa Rossella Bari e dal dott. Riccardo Buscemi, consigliere comunale di Pisa, ha raggiunto Trieste nel primo pomeriggio di sabato scorso. Ad accoglierli nei pressi del monumento di Basovizza c’erano il Presidente della Federazione degli Esuli, dell’Anvgd di Trieste e del Centro di Documentazione Multimediale, Renzo Codarin, il consigliere comunale e presidente della Commissione cultura Manuela Declich e lo storico del Museo civico di Storia ed Arte, dott. Giorgio Potocco. Dopo i saluti, il corteo si è avviato lungo la strada coperta di ghiaia, affiancata da cipressi per arrivare davanti al grande sarcofago di metallo, sovrastato dalla croce appesa alla rudimentale carrucola, raccogliendosi in mesto silenzio. Quindi, il Consigliere pisano Buscemi, la Presidente dell’Anvgd di Pisa, Bari e il Consigliere triestino Declich hanno deposto la corona d’alloro sulla foiba di Basovizza, il gruppo ha recitato il Pater Noster e la Presidente Bari ha letto la Preghiera dell’infoibato. Sono seguiti alcuni discorsi: di Buscemi con alcune riflessioni sulla storia di queste terre; di Potocco, sul significato del restauro del monumento di Basovizza e sul ruolo del percorso visite di San Sabba, soffermandosi ampiamente sul travagliato percorso del Novecento nella Venezia Giulia, culminato con la tragica vicenda delle foibe. Ha sottolineato il fatto che solo in tempi recenti si sia cominciato a parlare, anche a livello nazionale, della tragedia delle foibe, a lungo oblìata e volutamente rimossa, perché rappresentava un problema di difficile gestione per i vari schieramenti politici e un nodo nella politica internazionale italiana.
Due furono i momenti in cui la strategia jugoslava del terrore passò anche attraverso il fenomeno tragico delle foibe. Il primo, tra settembre e ottobre ’43 in Istria, Fiume e Dalmazia dopo la caduta dell’Italia, il secondo nell’aprile e maggio ’45 a conclusione della guerra e nel contenzioso per il controllo di Trieste ed il territori adriatici. A Trieste confluiscono le truppe jugoslave che trovano aderenti anche nel movimento partigiano italiano. In città l’atmosfera è pesante: scompaiono migliaia di persone mentre si ritorna a parlare di foibe. Basovizza, località deserta e perfettamente isolata, situata alle spalle di Trieste, era nota per la miniera di carbone ormai in disuso: un pozzo profondo, scavato dai minatori in ricerca di una vena di carbone e nella speranza di trovare la continuazione di quella esistente nella vicina Istria. Ma il carbone non c’era, rimaneva aperta la voragine che inghiottirà le vittime di giorni terribili. Sarà l’arrivo delle truppe alleate a Trieste a mettere fine alla strage ma non alle tensioni su quanto successo. Le foibe continueranno ad essere un macigno nella storiografia di confine che, purtroppo, continua a pesare.
A conclusione della cerimonia, Riccardo Buscemi ha consegnato agli amici triestini uno studio di Carlo Schiffrer sui rapporti fra italiani e slavi nella Venezia Giulia. Renzo Codarin ha regalato agli ospiti, alcuni prodotti multimediali del CDM su storia, personaggi e letteratura dell’Esodo giuliano-dalmato.
Il gruppo ha concluso la visita alla Risiera di San Sabba.
Daria Garbin su www.arcipelagoadriatico.it