ancora ben vivo il ricordo dello storico 13 luglio 2010, quando i Presidenti della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, della Repubblica di Slovenia, Danilo Türk e della Repubblica di Croazia, Ivo Josipovic, hanno compiuto, con gesti simbolici di alto valore morale, un percorso della memoria e della pace sui luoghi delle sofferenze, dei torti fatti e di quelli subiti dai nostri popoli nel corso del ‘900. Un percorso che è poi proseguito il 3 settembre 2011, alla Comunità degli Italiani e successivamente all’Arena di Pola quando i Presidenti croato Josipovic e italiano Napolitano hanno letto la dichiarazione congiunta relativa ai due popoli, ai rapporti passati e a quelli comuni futuri.
Le parole pronunciate in quell’occasione dai due Capi di Stato hanno illuminato una realtà spesso poco considerata: quella del grande apporto che abbiamo dato soprattutto in questi ultimi vent’anni a partire dal rinnovamento profondo della Comunità nazionale italiana, iniziando dall’Unione italiana e dalle sue Comunità degli italiani e istituzioni, per la crescita culturale e democratica di queste terre e di questi Paesi. Rifondando e democratizzando l’Unione italiana, abbiamo contribuito a ridare dignità agli italiani dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia e siamo grati ai due capi di Stato per averlo voluto sottolineare. Senza questo pluriennale impegno lo storico appuntamento di Pola non si sarebbe realizzato. Così oggi la presenza della Comunità italiana in Slovenia e Croazia rappresenta indubbiamente un qualificante fattore di coesione e integrazione e queste terre sarebbero certamente più povere senza il contributo dato dagli italiani alla costruzione di una secolare civiltà. Sulla scia di questi impulsi rientra il percorso della memoria e della riconciliazione, con gli occhi rivolti al comune futuro di cittadini europei, che l’Unione italiana e il Libero Comune di Pola in esilio, con l’adesione della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, effettueranno il prossimo 12 maggio 2012.
Un percorso che intende rendere omaggio alle vittime degli opposti totalitarismi scontratisi in modo cruento in queste terre nella prima metà del Secolo scorso. Ricordare quei tragici eventi vogliamo divenga occasione di meditazione sulle offese e sulle ingiustizie che abbiamo subito e su quelle che abbiamo inflitto, di pietas per le sofferenze nostre e di quelle altrui, di perdono e riconciliazione, di monito, affinché mai più abbiano a ripetersi. Siamo convinti che per farlo dobbiamo in primis iniziare un cammino di riconciliazione tra gli italiani rimasti e quelli esodati che si snoderà in quattro momenti. Il 12 maggio dunque una rappresentanza di esuli e di appartenenti alla Comunità italiana deporrà, con silenzioso raccoglimento, una corona di fiori e, senza discorsi ufficiali o proclami, pronuncerà unicamente una preghiera di pace.
Il primo appuntamento sarà alle 10,45 al monumento eretto pochi anni fa nel cimitero di Capodistria dalle autorità slovene in ricordo delle vittime del regime comunista jugoslavo. Il secondo, alle 11,30, sarà al monumento di Strugnano in ricordo delle giovanissime vittime innocenti del 19 marzo 1921 per mano di alcuni fascisti. Il terzo sarà alle 16 alla Foiba di Terli dove il 5 ottobre 1943 trovarono la morte molti civili innocenti tra cui alcuni antifascisti. L’ultimo sarà alle 17 al monumento di Montegrande eretto in ricordo degli antifascisti uccisi dai nazi-fascisti il 2 ottobre 1944.
Con questa iniziativa, dal carattere unico per la sua valenza altamente simbolica e per il suo valore intrinsecamente etico, riteniamo si possa chiudere, con dignità e raccoglimento, una fase storica. Siamo convinti che questo percorso, equilibrato e ragionato, rappresenti la giusta via per ricucire le ferite del passato e proseguire con decisione nella costruzione di un comune futuro migliore invocato dalla popolazione di queste terre. Ritrovarsi assieme quindi, riunite finalmente le famiglie, in raccoglimento spirituale sui luoghi degli orrori per suggellare il definitivo passaggio al “Noi – Noi” quando si parlerà in futuro degli Italiani di queste latitudini, sia essi vivano in Italia o nel mondo, sia essi vivano radicati sul territorio d’insediamento autoctono.
Maurizio Tremul
Presidente Giunta esecutiva
Unione italiana di Fiume
“Il Piccolo” 10 maggio 2012