Colma una ingiusta lacuna l’accurata ricerca di Alessandro Cuk sugli attori cinematografici di origine giuliana e dalmata che hanno calcato il set – e talvolta anche le scene di prosa – nel corso del Novecento. A parte i nomi prestigiosi delle sorelle Gramatica, di Alida Valli e di Laura Antonelli, sono rimasti a lungo in ombra molti altri professionisti che con diversa fortuna sono transitati davanti alla cinepresa: su di loro Cuk – critico cinematografico particolarmente attento alla storia più riposta dello spettacolo – accende le luci di una ribalta da tempo lasciata ma che ormai appartiene a buon diritto alla storia del cinema e del costume nazionali.
Articolato in agili schede, il volume – Guida agli attori giuliano-dalmati, Alcione Editore, Treviso 2012, pubblicato da Anvgd-Comitato provinciale di Venezia con il contributo ai sensi della L. 193/2004 e successive modifiche – restituisce alla nostra conoscenza anche personaggi oggi poco o affatto noti ma che ebbero rinomanza in diversi momenti storici del secolo scorso, dagli anni Trenta a tutti gli anni Settanta, e ci rivela storie, esperienze e particolari di sicura curiosità: ma sorprende non di meno il numero di attori che Cuk è riuscito a reperire ricostruendone le rispettive biografie e filmografie.
Non si può non menzionare anzitutto le sorelle Gramatica (la maggiore, Irma, nacque a Fiume nel 1870), nate nel teatro e per il teatro ma prescelte per interpretare al meglio, in una storica pellicola, la trasposizione cinematografica delle Sorelle Materassi (1944), dal romanzo di Aldo Palazzeschi. Irma, entrata agli inizi della sua carriera nella compagnia di Eleonora Duse, al termine degli anni Ottanta dell’Ottocento ne poté fondare una propria avendo in repertorio i massimi autori del tempo, da Giacosa a Verga, da Ibsen a d’Annunzio. Ritiratasi a vita privata già nel 1938 dopo essere stata docente dell’Accademia nazionale di arte drammatica, non disdegnò nel dopoguerra, ormai ottantenne, qualche ultima parte con nomi d’eccellenza come Cesare Zavattini e Mario Sequi.
Di Alida Valli è stato scritto tutto, ma Cuk recupera la sua interpretazione di una profuga istriana nel quasi dimenticato film di produzione italo-britannica La mano dello straniero, tratto da un racconto di Graham Green e diretto da Mario Soldati nel 1954. Nel film l’attrice ha la parte di Roberta Gleukovich, impiegata in un albergo di Venezia dove prende in cura un bambino inglese giunto per ritrovare il padre in forza ai servizi alleati.
Allo stesso modo critica e pubblico hanno scritto ed ammirato il possibile di Laura Antonelli, polesana coma la Valli,e diretta da alcuni tra i migliori o più popolari registi degli anni Settanta, da Risi a Samperi, da Comencini a Visconti a Scola. La sua immagine resta un’icona del cinema e del costume italiani di quel decennio, a parte il suntuoso L’Innocente di Luchino Visconti (1976), dall’omonimo romanzo di Gabriele d’Annunzio.
Ma è sui molti nomi scivolati con il tempo in secondo piano ed oltre che l’Autore di questa Guida rivela la sua certosina ricognizione: come nel caso, comunque tra i più noti, di Teddy Reno, nato a Trieste da famiglia ebrea di origine austriaca e nobile. Dall’esordio canoro a Radio Trieste nel tempo dell’amministrazione anglo-americana, Ferruccio Merk (questo il suo nome, originariamente Merk von Merrkenstein) approdò con successo alla musica leggera e alla commedia musicale degli anni Cinquanta ma anche al cinema brillante e alle prime trasmissioni di intrattenimento della Rai negli anni Sessanta, pur trovandosi a condividere la scena con artisti quali Totò immancabilmente accompagnato da Peppino De Filippo, Virna Lisi, Gino Cervi, Ugo Tognazzi, Romolo Valli e altri.
Desta invece una certa sorpresa scoprire quanti attori risultano nati e formatisi in Istria e in Dalmazia: come Giuseppe Addobbati (Macarsca, 1909), interprete tra l’altro del film La ragazza di Trieste (1951), ambientato a guerra appena terminata sul confine giulio attraversato dalle gravi tensioni e dagli opposti spionaggi delle potenze interessate a contendersi l’intera regione. Addobbati arriverà negli anni Settanta a lavorare in parti non secondarie con registi quali Bernardo Bertolucci e Liliana Cavani. Altro dalmato Tullio Carminati (Sebenico, 1891), presto approdato a Milano e nel 1921 entrato nella compagnia della Duse.«Interprete raffinato e sentimentale», come lo definisce Cuk, si trasferì nel 1928 negli Stati Uniti, dove il cinema muto si sarebbe tramutato presto in sonoro. Il suo nome figura in alcuni dei più apprezzati film degli anni Cinquanta, da Vacanze Romane di William Wyler (1953) a Giovanna d’Arco al rogo di Rossellini (1954), accanto a Ingrid Bergman, senza dimenticare il passaggio in teatro, per il quale interpreta a Napoli, nel 1955, Santa Giovanna di George Bernard Shaw.
Citeremo ancora i nomi di Antonio Crast (Parenzo, 1911), che lavorò in teatro con Ermete Zacconi e al cinema con Alessandro Blasetti e Georg Wilhelm Pabst; di Oretta Fiume (pseudonimo di Claudia Scrobogna (Fiume, 1919), diretta da Alessandro Blasetti e Mario Bonnard; di Antonio Gandusio (Rovigno, 1873), il cui esordio cinematografico risale al tempo del muto e nel teatro poté vantare di essere diretto da Visconti, oltre ad aver avuto accanto attrici come Irma Gramatica, Alida Valli, Lilla Brignone, Anna Magnani; e, ancora, il nome di Gianni Garko (Giovanni Garkovic, Zara 1937), che esordì in teatro con Lilla Brignone, diretti entrambi da Luchino Visconti e, più avanti nella carriera, da Giorgio Strehler e Luca Ronconi.
Sono alcuni dei 48 artisti dei quali Cuk ricostruisce la vita artistica: ai lettori, ai cinefili e estimatori del teatro il gusto di scoprire gli altri, e attraverso di loro, di ripercorrere l’evoluzione del cinema, della recitazione, dei gusti del pubblico: elementi che, opportunamente confrontati, ci restituiscono la storia di un secolo da un’angolatura tutta particolare, dalla quale riaffiorano peraltro i nomi e i paesaggi cari delle origini.
Patrizia C. Hansen
Anvgd nazionale
Irma Gramatica (Fiume 1870) in una posa d’autore (foto Luigi Sciutto, 1904.
Raccolte Museali Fratelli Alinari-Biblioteca fotografica Malandrini, Firenze)
Laura Antonelli in una foto di scena da L’Innocente, regia di Luchino Visconti con Giancarlo Giannini (1976)
Giuseppe Addobbati in Colpo Rovente (1969)