Il Comitato dei programmi italiani di Tv e Radio Capodistria ha espresso negli scorsi giorni forte preoccupazione per i possibili effetti sulle due testate delle misure di austerity decise dal governo sloveno per il settore pubblico. Con una delibera approvata l’8 marzo, l’esecutivo ha infatti imposto il divieto di stipulare nuovi contratti d’autore o anche prorogare quelli vecchi. Per diversi collaboratori di Tv e Radio Capodistria, questo significa che dalla fine di giugno non potranno più fare il loro lavoro.
Le conseguenze si faranno subito sentire e già quest’estate, per fare un esempio, la redazione sportiva di Tv Capodistria sarà costretta a rinunciare ad alcuni telecronisti con i quali contava di coprire le Olimpiadi di Londra. I problemi più gravi arriveranno comunque in autunno. Con la ripresa del palinsesto autunnale, alcune trasmissioni dovranno essere infatti tagliate o ridimensionate. Per “Istria e dintorni” non ci saranno più quattro ma tre appuntamenti al mese, la rubrica “La barca dei sapori” è stata già cancellata, sarà ridotto il numero di appuntamenti con “Artevisione” e con altre trasmissioni, per non parlare di tutta una serie di difficoltà dovute al fatto che i tagli delle collaborazioni interesseranno anche il comparto tecnico, con possibili ricadute negative sia sulle testate italiane che sui programmi sloveni.
Un problema aggiuntivo, ha spiegato nel corso della riunione degli scorsi giorni l’aiuto direttore generale di Rtv Slovenia per i programmi italiani Antonio Rocco, sarà il pensionamento obbligatorio per chi avrà maturato le condizioni. In questo momento, non è ancora chiaro se e in quale misura sarà garantito il turn-over, ossia se i nuovi pensionati potranno essere rimpiazzati. Il Comitato dei programmi, presieduto da Alberto Scheriani, oltre a esprimere preoccupazione, ha ribadito l’importanza di fare il possibile – da parte della direzione dell’Ente radiotelevisivo pubblico, ma anche da parte del governo – per trovare una soluzione e non compromettere, con i tagli, il ruolo e la funzione dei programmi italiani, garantiti peraltro anche dalla Costituzione slovena.
Franco Babich
“Il Piccolo” 29 maggio 2012