“Il futuro della stampa italiana all’estero e il sostegno pubblico”: questo il titolo del Seminario Fusie (Federazione unitaria stampa italiana all’estero) che si è svolto lo scorso 24 maggio a Roma. Un momento di dibattito e riflessione promosso per fare il punto sullo stato dell’arte nel comparto alla luce dei tagli all’editoria prospettati dal governo Monti al momento del suo insediamento. “Concretamente – ha osservato il direttore dell’ente giornalistico-editoriale della Cni, l’Edit di Fiume, Silvio Forza, che ha partecipato al seminario –, i tagli prevedevano una riduzione contenuta per l’anno in corso, il 2012; una riduzione di ben il 50 p.c. sul totale delle risorse, ovvero da 120 a 60 milioni di euro all’anno, per il 2013 e la cassazione del contributo nel 2014”.
“Il seminario – così ancora Silvio Forza –, si è svolto sulla scia del Decreto legge n. 63/2012, recante il titolo Disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 11 maggio e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n.117 del 21 maggio, che prevede non soltanto l’introduzione del sostegno anche all’editoria digitale, bensì introduce anche nuove norme volte a razionalizzare l’utilizzo delle risorse”. Nuove regole, dunque, e nuovi parametri da utilizzare in sede di assegnazione del contributo pubblico la cui portata ci è stata illustrata dal direttore Forza, che ha sottolineato come il principio della razionalizzazione della spesa si traduca in nuovi criteri “per quello che riguarda l’occupazione in seno ai giornali, i dati relativi alla tiratura, alla distribuzione e alla vendita nonché alla certificazione dei bilanci”.
Criteri che concretamente, per quanto riguarda la distribuzione e la vendita, puntano a “favorire la modernizzazione del sistema di distribuzione e della vendita della stampa quotidiana e periodica. Al contempo, per rendere più efficaci i controlli, dal 1.mo gennaio 2013 diventa obbligatoria la tracciabilità delle vendite e della resa dei giornali”. “Quello che è importante segnalare – ha aggiunto Forza – è che non si potranno più finanziare, come avvenuto in qualche caso in passato, giornali che si stampano, ma la cui tiratura viene venduta in percentuali bassissime”.
Una linea che va a tutto vantaggio, dunque, di testate che corrispondono pienamente agli standard stabiliti dalla normativa. Lo ha confermato Forza nel dichiarare che “alla luce di tali norme è prevedibile che il numero complessivo dei giornali aventi diritto subisca una drastica riduzione, nell’ordine del 30 p.c.. In altre parole, nonostante il taglio delle risorse complessive le testate che manterranno intatto il diritto al contributo non dovrebbero subire contrazioni sostanziose. Inoltre, l’aspetto positivo del Decreto legge è che implicitamente prevede un mantenimento dei contributi all’editoria anche dopo il 2013, annullando di fatto la prevista abrogazione che doveva scattare con l’annualità 2014”. […]
Il direttore dell’Edit, Silvio Forza, rivolgendosi ai partecipanti del Seminario ha segnalato la necessità di “sfruttare la presenza di un Ddl per emendare quelle disposizioni che intendono la presenza italiana all’estero soltanto come frutto dell’emigrazione”. Ha richiamato, inoltre, “l’urgenza di prevedere delle forme di sostegno per la ‘migrazione’ verso piattaforme digitali, mobile e tablet”, e ha criticato l’approccio “molto discrezionale sulla distribuzione da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri della pubblicità istituzionale, ovvero pubblica, di cui hanno beneficiato soltanto pochissime testate, nel cui elenco ‘La Voce del Popolo’ non è mai figurata”.
Complessivamente, comunque, il direttore dell’Edit ha commentato positivamente le novità che stanno emergendo in materia di contributi pubblici all’editoria. “Saluto questa stretta normativa, perché introducendo una più rigorosa selezione dell’accesso alle risorse contribuisce a fare ordine nel settore e premia i giornali, come ‘La Voce del Popolo’, che impiegano giornalisti professionisti, che vendono sul mercato e che si distinguono per una gestione trasparente e verificabile attraverso la lettura della documentazione contabile”.
(fonte “La Voce del Popolo” 29 maggio 2012)