Anche l’Italia potrà dire la sua sulle questioni ambientali della Capodistria-Divaccia. Debora Serracchiani ha strappato la rassicurazione al commissario europeo all’Ambiente, lo sloveno Janez Potocnik. L’europarlamentare, membro della commissione Trasporti, aveva interrogato chiedendo «informazioni chiare e garanzie sull’impatto della ferrovia veloce che in territorio sloveno dovrà collegare il porto di Capodistria allo snodo di Divaccia, toccando la Val Rosandra in territorio italiano». La risposta, resa nota ieri, contiene innanzitutto il diritto dell’Italia «a essere ammessa dalla Slovenia al processo decisionale nell’ambito della direttiva Via».
Nel merito, il commissario Potocnik spiega che il progetto «rientra nel campo d’applicazione dell’allegato I della direttiva Via, che rende obbligatoria una valutazione d’impatto ambientale ai fini della costruzione di tronchi ferroviari per il traffico a grande distanza». Nel caso specifico sono pure previste consultazioni transfrontaliere, che possono essere avviate dallo Stato membro interessato ai lavori o da quello «su cui il progetto potrebbe avere ripercussioni significative». L’europarlamentare incassa con soddisfazione: «È una risposta che ci rassicura sull’attenzione, la correttezza e l’imparzialità con cui la Commissione vigila sul rispetto delle norme ambientali».
Un atteggiamento di cui «dobbiamo saper fare buon uso», anche se il progetto è rallentato dopo che la Slovenia è rimasta senza i fondi europei della Prospettiva finanziaria 2007-2013 causa mancato invio della documentazione richiesta. La necessità di aumentare il livello di competitività dei porti, conclude Serracchiani, dovrebbe convincere Italia e Slovenia «a puntare, assieme con determinazione, alla realizzazione di quella manciata di chilometri di ferrovia che servono a collegare il porto di Trieste e quello di Capodistria. In tempi di dura crisi o si fa sistema o si affoga». |
(fonte “Il Piccolo” 5 giugno 2012)