Monsignor Ivan Milovan non è più vescovo della Diocesi istriana. Si è dimesso dall’incarico per le pressioni ricevute dal Vaticano in merito alla vicenda relativa alla tenuta di Daila, un immobile di oltre 500 ettari del valore commerciale di circa 100 milioni di euro. Non lo ha dichiarato esplicitamente, limitandosi a dire che l’opinione pubblica conosce molto bene i retroscena. Secondo la stampa croata sarebbe stato il segretario del Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, a costringere il vescovo a ritirarsi. Milovan lo ricordiamo, un anno fa aveva disobbedito al Papa rifiutandosi di firmare il famoso accordo con cui la Diocesi istriana restituiva ai frati benedettini di Praglia, in provincia di Padova, la tenuta di Daila presso Cittanova, dalla quale erano stati cacciati dal regime comunista nell’immediato Dopoguerra. Il Papa lo aveva sospeso per un minuto, facendo firmare il documento a un sostituto nominato ad hoc.
Poi l’intera vicenda era finita nelle sedi giudiziarie, che ancora non si sono pronunciate. Dopo alcuni mesi Benedetto XVI aveva nominato vescovo coadiutore una persona di fiducia, mons. Drazen Kutlesa, fatto arrivare dall’Erzegovina, che de facto aveva assunto la gestione della diocesi. Il ruolo di Milovan era stato marginalizzato e nei giorni scorsi, con la situazione diventata insostenibile, ha mandato la lettera di dimissioni al Vaticano: il Papa l’ha accettata subito. Per lui dunque un pensionamento anticipato. Sarà ora interessante vedere i prossimi risvolti della tormentata vicenda che l’estate scorsa aveva sollevato un polverone nella sfera ecclesiastica e sulla scena politica croata.
A favore della restituzione della tenuta di Daila si era schierato il primate della Chiesa croata, cardinale Josip Bozanic, dicendo trattarsi di una questione interna alla Chiesa. Il suo atteggiamento aveva incontrato la forte opposizione dei vescovi croati, del clero istriano e dell’allora governo di centrodestra. Per loro la richiesta dei monaci era senza fondamento, in quanto già indennizzati nell’ambito degli Accordi di Osimo. Erano seguite al Tribunale di Buie richieste d’intavolazione, di blocco d’iscrizioni tavolari, denunce e richieste dalle parti coinvolte nella vicenda. Doveroso ricordare che negli ultimi anni la Diocesi istriana ha venduto circa 200 ettari della tenuta, destinati a progetti nella sfera del turismo commerciale. Ora è tutto bloccato dal tribunale e di conseguenza gli acquirenti non possono disporre degli immobili acquistati.
Con l’uscita di scena di Milovan il Vaticano tenterà nuovamente di ridare la tenuta di Daila ai Benedettini. E a Zagabria avrà un alleato in più: il premier Zoran Milanovic che un anno fa, quando era ancora all’opposizione, aveva giudicato la vicenda come interecclesiastica. Chissà se nel frattempo ha cambiato opinione.
(fonte “Il Piccolo” 17 giugno 2012)
Un angolo interno del complesso di Daila (foto www.dnevno.hr)