ANVGD_cover-post-no-img

In 30 mila ricordano la strage di Srebrenica (Il Piccolo 12 lug)

Saha Izmirlic, 1901. Ibrahim Muminovic, 1931. Mensur Spahic, 1952. Behadil Rizvanovic, 1977. Hajro Smajlovic, 1980. Poi altri 515 nomi, con date di nascita diverse, una sola in comune. Quella di morte, nel luglio del 1995. Diciassette anni dopo il genocidio di Srebrenica, i resti di 520 persone – tra cui 48 adolescenti al tempo dell’eccidio – sono stati inumati ieri nel memoriale di Potocari, il vasto cimitero che accoglie oltre 5mila salme dei trucidati per mano degli sgherri di Ratko Mladic.

 

Ne mancano all’appello più di 2mila, dispersi in fosse comuni tra le colline che circondano quella che doveva essere una “safe area”, protetta dai caschi blu. Come ogni anno, i familiari delle vittime, i sopravvissuti e altre migliaia di persone – più di 30mila – si sono radunati a Potocari per celebrare l’anniversario, per gridare in silenzio un assordante «mai più». Per ricordare un crimine «per cui non può esserci assoluzione», ha affermato durante la cerimonia Arthur Schneier, rabbino di New York, sopravvissuto alla Shoah e primo religioso non musulmano a parlare alla folla di Potocari. Tra cui c’erano tante madri che persero figli e mariti e che hanno pianto sulle bare ricoperte dai drappi verdi, sole nel dolore, in un mare di cippi funerari.

 

Obnubilate dalla sofferenza, non avranno avuto il tempo di apprezzare i messaggi che da tutto il pianeta hanno ricordato l’immensità della carneficina. In testa quello del presidente Usa, Barack Obama. «Onoriamo la memoria degli oltre 8mila innocenti che furono brutalmente massacrati in uno spudorato atto di genocidio. Il nome di Srebrenica verrà per sempre associato a uno degli atti più abietti del 20esimo secolo», ha dichiarato Obama. Non solo parole di circostanza. Il presidente ha sottolineato che gli Usa «rigettano i tentativi di distorcere il fine di quell’atrocità, di negare il fatto inconfutabile che fu un genocidio». Affermazioni che rispondono indirettamente all’incauta uscita del presidente serbo, Tomislav Nikolic, che aveva sminuito la gravità del massacro, definendolo «un gravissimo crimine di guerra».

 

Alle cerimonie di commemorazione hanno partecipato, tra gli altri, il premier croato Zoran Milanovic e una delegazione parlamentare serba, mentre nel centro di Belgrado sono scese in piazza le “Donne in nero”, in una manifestazione pubblica significativamente intitolata «Non dimenticheremo mai il genocidio di Srebrenica».

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.