In Istria è emergenza idrica a causa della prolungata siccità. E, nel caso non dovesse piovere in maniera abbondante, probabilmente in agosto sarà introdotta la riduzione dell’erogazione. A illustrare bene la situazione è il bacino artificiale di Bottonega che fornisce l’acqua al 90% delle utenze istriane. L’effetto visivo del lago nel cuore dell’Istria, dove sta persino riaffiorando un vecchio mulino sommerso, incute paura. Nessuno ricorda un livello dell’acqua così basso. Anche i numeri sono preoccupanti.
Il livello minimo del bacino (sotto il quale non è più utilizzabile) è fissato a quota 34, ora il livello è a quota 34,5, dunque in allarmante riserva. E intanto la temperatura dell’acqua ha superato il limite critico di 25 gradi che significa l’arresto dell’erogazione. Ma il ministero ha concesso la proroga di ulteriori 3 gradi. L’emergenza è determinata da un anno molto povero di precipitazioni. Nel primo semestre in Istria sono caduti solo 200 millimetri di pioggia, meno della metà rispetto ai valori medi. Per quel che riguarda il consumo, si arriva a 1.400 litri di acqua al secondo, 100 litri in meno rispetto ai valori massimi estivi.
Il presidente della regione Ivan Jakovcic ha disposto la riattivazione di tutte le sorgenti che negli ultimi anni erano state chiuse in quanto si pensava che il bacino di Bottonega fosse sufficiente. Sono stati così assicurati ulteriori 200 litri d’acqua al secondo. E visto che, stando alle previsioni, le piogge abbondanti sono ancora lontane, è stato predisposto il piano delle riduzioni idriche che ogni città o comune potrà applicare in maniera autonoma. Sono previsti tre gradi di riduzione.
Il primo, teso a risparmiare fino al 10% dell’acqua, include il divieto di innaffiare le aree verdi pubbliche, i campi sportivi e le superficie agricole, il divieto di lavare i mezzi del trasporto pubblico nonchè i cortili delle case. Il secondo grado, con cui risparmiare fino al 30% dell’acqua, prevede la riduzione dell’erogazione da tre a sei ore al giorno e il terzo grado la riduzione di oltre sei ore nonchè la chiusura dell’acqua alle serre. In questo caso il risparmio sul consumo arriva fino al 50%. È chiaro che la chiusura delle valvole per alcune ore al giorno avrebbe effetti devastanti sul turismo.
(fonte “Il Piccolo” 19 luglio 2012)
Il bacino artificiale di Bottonega, visibilmente ai minimi (foto www.wikimedia.org)