«Lassù? No buono, no buono. Animali, buchi, no andare soli, pericolo», mormora il cameriere del “Mol”, sulla baia di Rovenska. Mare trasparente, barche sul porticciolo, silenzio, pace. Chissà se Maria Vassallo, detta Marisa, si è davvero avventurata sul sentiero assolato che dal parcheggio porta alla collina di San Nicola, per poi sparire nel nulla, come sospettano al commissariato di Lussinpiccolo, Mali Losinj. O che si sia addentrata nell’altro, più accidentato, lungo la baia. Le ricerche delle unità cinofile del soccorso alpino di Fiume hanno battuto anche il Pod Javori, il giardino di una casa di cura da cui s’inerpica un grande bosco, quasi spettrale. Vegetazione fitta, anfratti, terreno impervio.
La polizia croata in questi giorni ha sguinzagliato i “bloodhound”, i cani in grado di memorizzare l’odore delle persone semplicemente annusando un oggetto del disperso. In Italia li hanno usati anche per Yara, la tredicenne di Brembate. Ma niente. Di Marisa, 74 anni, residente a Trieste in via Combi, non c’è più traccia da oltre tre settimane. Era in vacanza a Lussingrande, Veli Losinj, come fa da sempre. Di lei non si hanno notizie dalla mattina di martedì 31 luglio. L’ultima persona che dice di averla vista è una triestina che la conosceva: Marisa stava prendendo sole su una sdraio dell’Hotel Punta, erano le undici e mezza. La donna ricorda bene la scena e la sa collocare in modo preciso perché qualche istante dopo avrebbe avuto un appuntamento dall’estetista.
Ma c’è qualcosa che non torna: la roba da spiaggia della signora Vassallo era ancora nella stanza della pensione dove alloggiava, la “Veli Losinj”, e il personale del Punta non conferma la sua presenza; quello dove era ospitata non l’ha vista ripassare. Qualcuno afferma di averla notata al supermercato lì vicino: l’anziana avrebbe anche chiesto informazioni su come si fa a telefonare in Italia. Strano, troppo strano: la settantaquattrenne e il figlio Marco Garbelli si erano sentiti un paio di giorni prima. E il cassiere del market non ricorda: «Forse era lei, forse no. Mi spiace». L’altra ipotesi è che si sia allontanata da Lussino, magari confusa. L’età, il caldo…Marisa sarebbe salita su un pullman sbagliato che l’avrebbe portata lontano.
La descrizione che danno di lei i proprietari dell’albergo sposerebbe questa ipotesi. «Ci pareva diversa dal solito – racconta Pavo Micic, titolare della pensione “Veli Losinj” – noi la conosciamo da vent’anni, ma stavolta non era in buone condizioni. Le avevamo assegnato una camera e dopo qualche minuto l’abbiamo sorpresa in corridoio che non sapeva dove andare. Sembrava non avesse il senso dell’orientamento». La stanza ora è in uso ad altri turisti. «Una vicenda triste – dicono ancora gli inservienti, per noi era una di famiglia». Aveva con sé 400 euro, conferma il figlio, e un Postmat che finora non ha registrato tentativi di prelievo. Il cellulare, invece, era rimasto in stanza. Un autobus, un traghetto per un altro, magari per andare a Trieste, e trovarsi invece chissà dove. È una pista che le forze dell’ordine croate e il Consolato a Fiume ora stanno setacciando con un mandato di ricerca internazionale in Italia, Bosnia, Albania e Montenegro, con il coinvolgimento dell’Interpol.
Il viso di Marisa ormai è noto: il figlio ha tappezzato l’intera zona di foto segnaletiche, da Lussino a Cherso. «Si sono occupati della triestina la maggior parte dei giornali della costa istro-dalmata: Novi List, Glas Istre, La Voce del Popolo, Slobodna Dalmacija e lo Jutarnji List di Zagabria. La sua immagine “missing”, scomparsa, “nestala osoba”, è nelle spiagge, alle fermate dei bus, sugli alberi delle pinete e sui pali della luce. Tutti sanno chi è Marisa. Ma in mezzo alle migliaia di persone che animano spensierate la Croazia nessuno è riuscito a riconoscerla e a vedere in lei il volto di un’anziana sola. È su questo filo che si sta aggrappando la famiglia. Aspettano una telefonata, qualcuno che possa indirizzare le ricerche su un punto fermo. Ma le alture di Lussino si fanno sempre più inquietanti. I boschi mormorano voci di gente scomparsa, spesso turisti, ritrovati anni dopo in una cavità del terreno, dietro a un muretto o riversi su una roccia. In paese se le ricordano bene queste storie. Il figlio non molla, si rivolgerà a “Chi l’ha visto?” con la speranza che possa aiutare più delle foto sorridenti che ormai accompagnano le vacanze dei turisti di Lussino.
Gianpaolo Sarti
“Il Piccolo” 23 agosto 2012
La foto di Maria (Marisa) Vassallo diffusa durante le ricerche