«Si sono rivelate un successo di pubblico al di sopra delle più rosee aspettative le cerimonie polesi di sabato 18 agosto in omaggio alle Vittime della strage di Vergarolla». Come racconta Paolo Radivo dalle pagine de “L’Arena di Pola”, «Anche quest’anno il soggetto organizzatore è stato la Comunità degli Italiani di Pola in collaborazione con il Libero Comune di Pola in Esilio (LCPE) e il Circolo di cultura istroveneta Istria».
Riportiamo di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato nell’ultimo numero del mensile, in uscita domani, 30 agosto.
«Cospicuo l’afflusso di esuli (non solo polesani) e rispettivi discendenti, familiari e simpatizzanti. Quanto alla cospicua partecipazione di connazionali residenti in città, un contributo l’avrà sicuramente dato l’articolo apparso la mattina stessa su “La Voce del Popolo”.
Ancora una volta dunque esuli e rimasti si sono ritrovati numerosi per commemorare i propri conterranei vittime innocenti di quell’orribile attentato nel luogo in cui questo avvenne 66 anni fa: Pola. Stavolta però la mesta ricorrenza è stata allietata da una splendida sorpresa. Ai primi di agosto infatti il Comitato per la toponomastica del Consiglio cittadino di Pola ha deliberato, con il sostegno della CI, l’intitolazione alle “Vittime di Vergarolla” del parco attiguo all’antica cattedrale dove nel 1997 fu eretto il cippo memoriale.
La proposta originaria, avanzata dal Comitato di quartiere di Cittavecchia, era di dedicare l’area a Geppino Micheletti, il medico triestino dell’ospedale polese “Santorio Santorio” che curò i feriti dell’immane carneficina per un giorno intero senza requie, malgrado fra le vittime vi fossero anche i suoi due figlioli e la sorella. Il Comitato per la toponomastica, ricordando che accanto al cippo esiste già una targa in memoria di Micheletti, ha deciso che a lui venga in futuro intitolata un’altra via o piazza cittadina e che venga apposta una targa in suo onore presso l’ospedale civico.
Lo stesso Comitato ha inoltre stabilito, su proposta del Comitato di quartiere di Grega, di intitolare al musicista e compositore polese Nello Milotti la centralissima arteria che unisce la via degli Antichi Statuti con l’incrocio fra la via dell’Istria e la via dell’Anfiteatro, e al connazionale Bruno Flego, operaio e studioso di storia cittadina, il collegamento tra le vie Mutila e Kos, nel rione dove visse.
Alle ore 10.00 mons. Desiderio Staver ha dato inizio nello splendido duomo all’affollata messa di suffragio. Verso la fine della cerimonia abbiamo contato 171 persone. In rappresentanza dell’ambasciatore d’Italia a Zagabria ha assistito alla funzione religiosa l’incaricato d’affari Paolo Palminteri e, in rappresentanza del console generale d’Italia a Fiume, il viceconsole d’Italia a Pola Tiziano Šošic. Per l’LCPE il “sindaco” Argeo Benco, il “vice-sindaco” Lucio Sidari, i consiglieri Silvio Mazzaroli (direttore de “L’Arena di Pola”), Maria Rita Cosliani, Roberto Giorgini, Salvatore Palermo, Paolo Radivo, Roberto Stanich e Lino Vivoda, l’assessore Graziella Cazzaniga e il revisore dei conti Gianfranco Serravallo (che il pomeriggio precedente avevano tenuto all’Hotel Riviera una seduta del Consiglio comunale), nonché diversi soci.
In prima fila sedevano Fabrizio Radin, vice sindaco di Pola e presidente della locale CI, e Claudia Millotti, presidente dell’Assemblea della CI. In rappresentanza dell’Unione Italiana c’erano il presidente Furio Radin, deputato degli italiani di Croazia e presidente del gruppo parlamentare delle minoranze nazionali, Paolo Demarin, vice-presidente dell’Assemblea oltre che vice-sindaco di Lisignano, e Norma Zani, componente della Giunta esecutiva dell’UI. A nome di FederEsuli e del Libero Comune di Zara in Esilio – Associazione dei Dalmati Italiani nel Mondo ha presenziato Giorgio Varisco. Rilevante, come al solito, la presenza del Circolo Istria, a partire dal presidente Livio Dorigo, dal vice Fabio Scropetta e dal consigliere Gaetano Bencic. Da segnalare anche Silvana Wruss, presidente della sezione polese Società Dante Alighieri, e Carmen Palazzolo Debianchi, del Consiglio direttivo dell’Associazione delle Comunità Istriane.
Immancabili al tradizionale appuntamento i 31 componenti del benemerito coro misto della società artistico-culturale “Lino Mariani”, che hanno solennizzato la santa messa con i loro apprezzatissimi canti accompagnati dall’organo. Il passo del Vangelo di Matteo letto nella circostanza si incentrava sull’esortazione fatta da Gesù ai suoi discepoli: “Lasciate che i bambini vengano a me perché di essi è il Regno dei Cieli”. Ascoltando tali parole qualcuno degli astanti non ha potuto evitare di rivolgere il pensiero ai tanti bambini orribilmente trucidati quel 18 agosto 1946 alle ore 14.10 sulla spiaggia insanguinata di Vergarolla…
Mons. Staver ha manifestato commozione per la presenza di tanti esuli polesani. “Voi che avete lasciato Pola da bambini – ha detto con il cuore – sapete bene cosa vuol dire amare la città, amare la libertà e amare i genitori. L’incontro odierno è sia per me che per voi un esame di coscienza. Voi, allora bambini, avete vissuto in prima persona le conseguenze delle decisioni dei potenti della Terra, che non chiesero il vostro parere. Dio ci ha creati liberi e responsabili. L’amore è attenzione e responsabilità, non viene meno quando l’altro ti abbandona. Ricordare le vittime della strage di Vergarolla riguarda sia il nostro passato che il nostro presente. Il mondo si basa su quelli che amano, non su quelli che odiano”.
Al termine della messa ha strappato più di qualche lacrima lo struggente Signore delle cime, magistralmente interpretato dal coro “Lino Mariani”, che subito dopo ha introdotto la cerimonia nel parco attiguo alla chiesa. È seguita presso il cippo la deposizione delle corone floreali dell’Ambasciata d’Italia a Zagabria, del Consolato generale d’Italia a Fiume, della Città di Pola, della CI di Pola, dell’LCPE e del Circolo Istria. Il “sindaco” Benco, dopo aver salutato i presenti, ha evocato con voce rotta dalla commozione quel tragico episodio di 66 anni fa in cui persero la vita tanti concittadini polesi, lasciando nel dolore i sopravvissuti.
Paolo Palminteri ha espresso la vicinanza dell’ambasciatore sia agli “andati” che ai “rimasti” e il compiacimento per questa iniziativa attuata in un ammirevole spirito di collaborazione che è anche sintomo tangibile dei migliorati rapporti fra Italia e Croazia.
Livio Dorigo, invocando la nostra comune Madre Terra, ha auspicato che pace, concordia e fratellanza prevalgano e che le stragi del “secolo breve” non si verifichino più.
Fabrizio Radin ha ringraziato i “cari amici polesani vicini e lontani” per essere intervenuti in così gran numero sostenendo lo sforzo della Città e della CI di Pola per mantenere vivi i costumi, le tradizioni e la cultura istro-veneta. Un grazie l’ha rivolto anche alle autorità diplomatiche, all’LCPE e al Circolo Istria per il loro contributo determinante al buon esito dell’evento. In conclusione ha dato notizia dell’ormai decisa intitolazione del parco alle “Vittime di Vergarolla”. Un esule gli ha chiesto se la località verrà scritta con una o due “l”, ma lui ha risposto che fa lo stesso perché l’importante è il concetto.
Giorgio Varisco ci aveva in precedenza consegnato un significativo intervento scritto, auspicante l’intensificazione della fruttuosa collaborazione in corso tra FederEsuli ed LCPE. Terminate le cerimonie, molti dei presenti si sono recati nell’ex chiesa dei Sacri Cuori, trasformata lo scorso anno in salone espositivo, per visitare gratuitamente una mostra multimediale sulla tradizione gastronomica istriana organizzata dal Museo archeologico dell’Istria in collaborazione con numerosi altri musei della regione. Il simpatico titolo bilingue in dialetto istro-veneto e ciacavo con sottotitolo nelle rispettive lingue nazionali “Chi sgiónfo chi afamà” (Sull’alimentazione in Istria) – Ki sit ki lacan (O prehrani u Istri) esplicita chiaramente lo scopo dell’iniziativa, consistente nel recupero della tradizione orale dell’Istria in senso anche linguistico oltre che culinario, dopo decenni di forzato oblio. La gastronomia ha infatti un legame inscindibile con l’identità istriana: non è un caso che l’oppressivo regime jugoslavo avesse tentato di cancellare e soppiantare anche la prima per meglio cancellare e soppiantare la seconda.
L’esposizione illustra in modo onesto e oggettivo la realtà dell’alimentazione nella nostra piccola penisola attraverso i secoli dai tempi dei castellieri ad oggi. Reperti risalenti addirittura al 1700 a.C., focolari, mobili da cucina, elettrodomestici, servizi da tavola e confezioni alimentari dei primi 80 anni del XX secolo, nonché pietanze, prodotti tipici, fotografie, libri di cucina in italiano e croato, ricettari privati, cartelli esplicativi, didascalie e filmati con interviste mostrano sia le persistenze sia le trasformazioni avvenute nel corso della storia in relazione ai diversi domini etnico-politici e alle rispettive culture gastronomiche, ma anche alle differenti zone geografiche, ai periodi dell’anno, alle ricorrenze, ai giorni della settimana e ai pasti quotidiani. Senza dimenticare i luoghi di compravendita e di consumo dei cibi fuori dalle quattro mura domestiche (botteghe, mercati, fiere, ristoranti, mense, conventi). Per secoli si sono affiancate, spesso intersecandosi e mescolandosi, una cucina ricca e una povera, una della costa e una dell’interno, una mediterranea e una continentale, una del pesce e una della carne, una italiana e una slava. La mostra, in corso dal 5 luglio, sarà visitabile fino al 15 ottobre.
Dopo la gradita visita i convenuti, che hanno tutti ricevuto in omaggio un catalogo del materiale esposto, si sono trasferiti nella sede della CI di Pola in via Carrara 1, dove li ha raggiunti il consigliere dell’LCPE Luca Covella, per un rinfresco conviviale. Un ulteriore momento di incontro cordiale e dialogo informale fra esuli e rimasti è stato il successivo pranzo in un ristorante caratteristico della periferia polese, cui hanno preso parte 37 persone. Infine gli arrivederci.
Una delegazione dell’LCPE si è quindi recata a Trieste. Poco dopo le 18 ha deposto in piazzale Rosmini una corona ai piedi del monumento in memoria di Geppino Micheletti eretto nel 2008 su iniziativa dell’Unione degli Istriani e dello stesso LCPE. Alla breve cerimonia ha presenziato il gen. Riccardo Basile, presidente della Famiglia Polesana e della Federazione Grigioverde delle associazioni combattentistiche e d’arma di Trieste. Poi, sul colle di San Giusto, è stato reso omaggio al monumento alle Vittime di Vergarolla inaugurato lo scorso anno per volontà della Famiglia Polesana. Hanno presenziato delegazioni e labari della Famiglia Polesana, della Fameia Capodistriana (entrambe aderenti all’Unione degli Istriani), del Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia, della Federazione Grigioverde, dell’Associazione Nazionale Alpini, dell’Associazione Nazionale Artiglieri, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Orfani di Guerra. In rappresentanza di FederEsuli ha assistito Lorenzo Rovis, vice-presidente della stessa e presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane.
Un trombettiere ha conferito maggiore solennità all’evento introducendo anche il canto dell’Inno di Mameli. Il gen. Mazzaroli ha dato notizia ai convenuti della prossima intitolazione, forse già prima del 2 novembre, alle Vittime di Vergarolla del parco memoriale presso il duomo di Pola. Il gen. Basile ne ha preso atto con soddisfazione sostenendo che ciò costituisce un passo avanti.
In mattinata la Famiglia Polesana e la Federazione Grigioverde avevano tenuto una propria cerimonia sia sul colle capitolino sia in piazzale Rosmini deponendo una corona. Il gen. Basile aveva auspicato che in un prossimo futuro si possano celebrare i Martiri di quel vile eccidio nel luogo stesso in cui si verificò: la spiaggia di Vergarolla. Un auspicio che naturalmente l’LCPE sottoscrive».
(fonte Aise 29 agosto 2012)