Il vicepremier e ministro dello Sviluppo regionale e dei Fondi europei, Branko Grčić, ha illustrato la nuova classificazione statistica delle unità territoriali (NUTS) della Croazia. Alla presentazione, che si è svolta nella sede del ministero dello Sviluppo regionale e dei Fondi europei, erano presenti pure il ministro degli Affari esteri ed europei, Vesna Pusić, e il direttore dell’Istituto statale di statistica (DZS), Ivan Kovač.
“Non c’è nessun soggetto né alcuna zona che possano essere esclusi”, ha rilevato Grčić, rigettando le tesi secondo cui essere nella stessa unità territoriale con Zagabria significa rimanere con fondi molto ridotti. Il vicepremier ha spiegato che sono stati presi in esame vari modelli di suddivisione in regioni, ma che alla fine ha prevalso la tesi di lasciare la Croazia adriatica (Regione litoraneo-montana, istriana, della Lika e di Segna, di Zara, di Sebenico e Knin, di Spalato e della Dalmazia, di Ragusa e della Neretva) così come sta e di riunire le restanti13 regioni nella Croazia continentale. La suddivisione nelle due NUTS sarà applicata dal primo gennaio del 2013, mentre da quella data in poi l’Istituto nazionale di statistica seguirà gli indicatori dello sviluppo delle unità territoriali statistiche. Si potrà iniziare a fruire dei fondi europei a partire dal luglio prossimo.
Le reazioni delle Regioni non si sono fatte attendere molto: infatti sia l’HDSSB sia la Comunità delle Regioni (HZŽ) hanno indetto conferenze stampa per esprimere la propria contrarietà al progetto. Il presidente dell’HZŽ e della Regione di Vukovar e dello Srijem, Božo Galić, quello della Regione di Ragusa e della Neretva, Nikola Dobroslavić, nonché quello della Regione di Brod e della Posavina, Danijel Marušić, si sono trovati concordi nell’asserire che nessuno ha chiesto direttamente alle Regioni (ovvero agli zupani) se volessero e come volessero essere “inglobate”. L’opinione prevalente è che questa suddivisione in due NUTS “porterà del bene solamente a chi ha già tanto”.
I presidenti ritengono che questa non sia una buona soluzione, soprattutto per la Slavonia, perché temono che in tal modo rimarrà sempre più arretrata. In merito alla situazione nel settore agricolo, Galić ha ricordato che già a gennaio l’HZŽ ha chiesto una riunione con il premier, mai avvenuta. Ritiene che “la proposta di Legge sui terreni agricoli porti a una nuova centralizzazione, mentre l’irrigazione, le necessarie modifiche alla produzione agricola, il riassetto dei terreni agricoli si possono risolvere soltanto attraverso un’analisi strutturale, che non esiste. Perciò anche questa Legge, come tante, non porterà a nulla”.
Un parere molto simile sulle NUTS è stato espresso da Krešimir Bubalo, vicepresidente dell’HDSSB, il quale ritiene che la Slavonia e la Baranja saranno condannate a rimanere indietro nella corsa ai fondi europei. Infatti Zagabria, con il 100 per cento della media europea del PIL pro capite, finora non ha potuto concorrere, mentre l’anno scorso con 22 progetti la sua regione ha fruito di quasi 100 milioni di euro. Ora, con la capitale inglobata nella Croazia continentale, la media slavone del 34 per cento salirà vertiginosamente al 64 per cento, “che non corrisponde assolutamente al vero”.
Perciò Bubalo ha concluso che “questo è inaccettabile, ci preclude ogni possibilità di fruire dei fondi europei, che verranno concessi invece a chi ha già tanto. Così si creeranno divari ancora più ampi, contrariamente alla politica europea di sviluppo paritetico”.
(fonte “la Voce del Popolo” 30 agosto 2012)
In gioco con il nuovo assetto amministrativo della Croazia i fondi strutturali europei per lo sviluppo (foto www.danas.net.hr)