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Pola, vandali nel cimitero della Marina italiana (Aise 01 set)

«Era il 16 novembre 1918 quando, al traverso dell’abitato di Lisignano in comune di Pola, a poco più di un miglio dalla linea di costa, si consumò la tragedia del Regio esploratore “Cesare Rossarol” inabissatosi, dopo aver urtato una mina marina, con un centinaio di uomini d’equipaggio, comandante compreso».

A denunciare dalle pagine de “L’Arena di Pola” della distruzione della targa in memoria delle vittime di quella tragedia, ennesimo atto vandalico ai danni della comunità italiana in Istria, è Silvio Mazzaroli in un articolo pubblicato nell’ultimo numero del mensile da lui diretto. «Negli anni immediatamente successivi» all’inabissamento, ricorda Mazzaroli, «i famigliari di quelle povere vittime vollero ricordare i loro cari erigendo, a proprie spese, un monumento sul luogo della tragedia al quale la Regia Marina Militare rese poi omaggio, con un’annuale cerimonia, sino al 1944. Alla fine del Secondo Conflitto Mondiale il monumento venne distrutto dagli jugoslavi e lo stesso cadde per decenni nel dimenticatoio. Nel 2007, su segnalazione di un socio, il Libero Comune di Pola in Esilio individuò, in uno stato di completo abbandono, ciò che restava del monumento e decise, nelle more, che divenisse esecutivo un progetto per la sua ristrutturazione che si trascinava da anni, di fare una copia della targa bronzea che ricordava i nomi di quei disgraziati marinai per collocarla nel Sacrario Italiano del Cimitero della Marina a Pola e poter, quantomeno in occasione della propria annuale celebrazione del 2 novembre, rendere loro omaggio.

Nel giugno 2011, durante il nostro primo Raduno Nazionale nella Città natale, la targa veniva messa in sito e benedetta da S.E. Eugenio Ravignani, già Vescovo di Trieste e nostro concittadino. Purtroppo, a poco più di un anno da quella solenne cerimonia, recatici a Pola per organizzare la celebrazione dell’Anniversario della strage di Vergarolla, siamo stati ufficiosamente informati che la targa era stata danneggiata (unitamente ad alcuni sacelli del Sacrario Italiano), asportata e poi rinvenuta a pezzi in una discarica cittadina.

Indignati per l’insensato ed odioso atto vandalico, ci siamo subito rivolti alle Autorità competenti venendo informati che in merito era stata sporta denuncia agli organi di polizia e che indagini erano in corso. Per quanto non sia indifferente che si sia trattato di un atto oltraggioso (come noi riteniamo) o di un furto a fini di lucro (come si è tentato di farci credere), è del tutto evidente che l’inqualificabile episodio è da attribuirsi a balordi ignoranti, incapaci di confrontarsi con la storia o, nei migliori dei casi, privi di qualsivoglia senso civico. Un atto, pertanto, decisamente da condannare anche se tutto lascia pensare che lo stesso, come nei numerosi analoghi episodi verificatisi in precedenza in Istria, Dalmazia e, purtroppo, di frequente ed anche recentemente sul Carso triestino, rimarrà impunito.

Sin qui le brutte notizie.

Fortunatamente, nel corso della celebrazione del 18 agosto u.s., siamo stati informati dal vice sindaco di Pola, Fabrizio Radin, che sia i sacelli che la targa saranno quanto prima ripristinati a spese dell’Amministrazione cittadina. La nostra speranza è di poterlo constatare direttamente, unitamente all’intitolazione del “Parco in memoria alle Vittime di Vergarolla”, allorché ritorneremo a Pola per la ricorrenza dei morti il prossimo 2 novembre.

Contestualmente, siamo, altresì, stati informati dell’avvenuto ripristino dell’originale monumento in memoria dei naufraghi del “Rossarol” al quale, come potuto verificare, è stata di nuovo conferita la dovuta dignità. Tuttavia, detto monumento, per la sua collocazione, rimane avulso dai consueti circuiti celebrativi e, per evitare che possa ricadere nell’oblio, la nostra proposta è che, o il prossimo 2 novembre od il 16 dello stesso mese nella ricorrenza del naufragio, noi, l’Associazione Marinai d’Italia in congedo e quant’altri lo si visiti per rendere l’omaggio che si conviene a questi nostri Soldati caduti per la Patria». 

(fonte AISE 1° settembre 2012)

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