Sembra sgonfiarsi il fenomeno “Ladonja” ossia il movimento politico fondato da Plinio Cuccurin di Valle, uno degli uomini più ricchi in Croazia che ha fatto fortuna ai vertici della Fabbrica tabacchi di Rovigno ora incluso nel gruppo Adris, di cui è uno dei maggiori azionisti. Ebbene dopo le elezioni politiche del dicembre scorso alle quali per una manciata di voti non è riuscito a conquistare un posto in Parlamento, Cuccurin sembra sparito dalla scena politica. Tra l’altro non partecipa più alle riunioni dell’Assemblea regionale e il quotidiano Glas Istre ha pubblicato alcune domande alle quali non vorrebbe rispondere. Tra queste: perchè non partecipa più ai lavori dell’Assemblea regionale; l’Associazione Ladonja rimane in vita? È ancora presidente della Ladonja? Intende continuare l’attività politica e candidarsi nuovamente a presidente della Regione?
Proprio a causa di tante domande senza risposta, nel maggio scorso Tullio Fernetich già sindaco di Verteneglio, si era dimesso da consigliere della Ladonja. Dallo schieramento si è allontanato anche l’architetto Bruno Poropat di Rovigno. Ora sembra aver preso le distanze il consigliere regionale Viktor Krapljanov di Umago. Intanto sul suo sito internet la Ladonja precisa che il club dei consiglieri della Lista civica di Plinio Cuccurin cambia nome in club Ladonja, del quale è stato nominato nuovo presidente Uccio Miletic e suo sostituto Alen Rosanda. Il cambiamento, si spiega, è dovuto al fatto che l’associazione nel frattempo è diventata partito politico. Ricordiamo che alle elezioni locali di 3 anni fa, Ladonja con 8 consiglieri regionali su 41 seggi era diventata la maggiore forza politica dell’opposizione. Cuccurin era stato superato solo al ballottaggio dal leader dietino Ivan Jakovcic nella corsa alla poltrona di presidente della regione. In questi tre anni i consiglieri della Ladonja sia a livello regionale che locale hanno posto numerose questioni di grande importanza per gli istriani come la tutela dell’ambiente, l’esasperata cementificazione e la trasparenza nell’impiego del denaro pubblico.
(fonte “Il Piccolo” 7 settembre 2012)