A Zagabria c’è l’Ilica, a Fiume il Corso, Spalato ha la via intestata a Marmont, Ragusa lo Stradun; a Zara c’è la Calle Larga. Quest’ultima, secondo alcuni, sarebbe addirittura più antica della stessa città. Nel corso della Seconda guerra mondiale quasi tutti gli edifici che s’affacciavano su Calle Larga andarono distrutti e la strada fu ricostruita in stile modernistico, mantenendo soltanto l’antica direzione est-ovest.
Spulciando nella storia di questa fondamentale via di comunicazione longitudinale, risaliamo all’antica Jadera romana (in seguito Diadora). Stando ai principi urbanistici dell’epoca dell’Impero Romano, la rete stradale era formata da strade longitudinali più larghe e da quelle trasversali che dividevano la città in insule (quartieri) rettangolari. Quindi, due importanti strade longitudinali furono – e lo sono ancor oggi – la strada che portava dalla Porta di Terraferma fino al Foro e quella che conduceva dall’attuale Piazza Petar Zoranić alla chiesa della Madonna della Salute, ossia l’attuale Calle Larga. Già Via Magna, Strada Grande, Ruga Magistra (ossia “strada principale”), nel Seicento fu conosciuta come Strada Santa Caterina, prendendo il nome del monastero che si trovava nello spazio occupato oggigiorno dal caffè “Central“.
Fu durante il Regno italiano che cambiò nome in Calle Larga, oppure Strada Larga, denominazione che in seguito fu croatizzata, tant’è che oggi si scrive e pronuncia in una parola sola: Kalelarga. Nel periodo del socialismo, dopo la II Guerra mondiale, Calle Larga venne ribattezzata Omladinska ulica (Via della gioventù) e Via Ivo Lola Ribar. Gli zaratini, affezionati al nome italiano Calle Larga, continuarono e continuano tutt’oggi a far riferimento alla via con questo nome, per cui succede molto spesso che se si menziona il nome Široka ulica non si capisce subito di quale parte di Zara si stia parlando. Questa via, la più importante e la più trafficata del centro di Zara, collega parti essenziali della città, partendo da Piazza Santa Anastasia attraverso lo spiazzo che si estende fino al Foro, per giungere in Piazza del Popolo (già Platea Magna e Piazza dei Signori), proseguendo in Via Elizabeta Kotromanić (già Calle Cariera) fino al Palazzo ducale e quello del provveditore. La strada congiunge monumenti sacrali come la Chiesa di San Simeone, la Cattedrale di Sant’Anastasia e la Chiesa della Madonna della Salute.
Calle Larga era il cuore della città, attraverso la quale passavano processioni religiose, funebri, come pure sfilate carnascialesche. Nel periodo del Carnevale gruppi di cantanti divertivano i cittadini eseguendo ogni anno una canzone, scritta e messa in musica da un poeta o musicista. Il defunto professor Gastone Coen, conosciuto come autore del libro ”Zara che fu” – che racconta i fatti storici legati alla Zara di una volta –, ricorda un fattorino dal nome Dane che ogni anno entusiasmava i cittadini con i suoi fantasiosi costumi. Già nel Cinquecento la strada fu illuminata. In Calle Larga svolgeva la sua attività l’orologiaio Josip Trevisan, per il quale si sospettava fosse Luigi XVII, figlio del re Luigi XVI e della regina Maria Antonietta, fatto che non venne mai confermato né smentito. Vi giungeva spesso anche un certo Clement Piotti, “dottore delle bambole”, come veniva chiamato, al quale le bambine portavano le loro bambole per farle riparare. Era un personaggio strano, Piotti: dormiva in una cassa da morto, circondato da crocefissi e candele.
Su questa via si affacciavano caffè, taverne, alberghi, negozi e teatri; tra i caffè aperti in quel periodo nell’attuale Piazza del Popolo (Piazza dei Signori) il più noto era quello del 1730, gestito da Josip Carceniga, produttore del Maraschino, il famoso liquore zaratino che in seguito venne prodotto distillato con quella ricetta. Nel 1753, nei pressi del caffè venne aperto il Casinò Nobile, altro punto chiave della vita sociale dell’epoca. Nel 1783, nello spiazzo dove oggi sorge il Teatro Nazionale Croato, venne costruito il Teatro Nobile, importante soprattutto per il suo repertorio musicale. Era una costruzione lussuosa, una destinazione quasi obbligatoria per le varie compagnie teatrali italiane che ospitava.
Nel 1807 nell’attuale Piazza del Popolo vennero aperti altri caffè, tra cui la Grotta olandese e un caffè svizzero. Nel 1826, in Piazza Petar Zoranić venne aperto il caffè di Costantino Papadopoli, padre del noto comico e gastronomo Antonio Papadopoli. Nel 1860 l’industriale Antonio Cosmacendi aprì nella stessa piazza il Caffè del Casinò, in seguito chiamato Caffè degli Specchi.
Il Teatro Verdi, che fu costruito nel 1865, si trovava di fronte all’attuale Chiesa della Madonna della Salute e rifletteva il potere politico dei cittadini dell’epoca. Questi potevano seguire un ampio repertorio di opere, operette e balletti. Nel 1891, sulle fondamenta dell’ex Convento di Santa Caterina fu costruito il caffè che raggiunse uno status di culto: il Caffè Centrale. Vi confluivano intellettuali e artisti che arricchivano così la loro vita sociale. Il Caffè disponeva pure di un salone di lettura nel quale erano disponibili una cinquantina di giornali diversi. Calle Larga fu il cuore della vita sociale degli intellettuali, di ufficiali, di impiegati che volevano divertirsi, ma anche arricchire la loro vita culturale. A partire dagli Anni ‘20 del XX secolo, la vita in Calle Larga cambia. Durante i bombardamenti degli Alleati fu distrutto il Teatro Nazionale (il Teatro Nobile chiuse nel 1882, per venire riaperto nel 1924, col nome di Teatro Nazionale). Nel 1940 fu demolito il Teatro Verdi, al cui posto venne costruito nel 1974 un edificio residenziale.
Negli ultimi anni la vita nella Penisola (il centro storico di Zara) si sta gradualmente spegnendo, in quanto chiudono negozi, bar, boutique. Per fortuna, sono molti gli imprenditori che si impegnano a farla risorgere, soprattutto Calle Larga. Nel periodo invernale la via si “addormenta” e rivive solo nel periodo di Carnevale. Si sveglia di nuovo a primavera, con bancarelle che offrono prodotti locali e dei suoi dintorni: formaggi, olio d’oliva, miele, prodotti di lavanda, ornamenti fatti a mano, borse, bijou e quant’altro. Con l’apertura dei fast food, dei negozi di souvenir, di piccole gallerie e con il mantenimento de negozi e delle profumerie che operano ormai da anni si cerca di mantenere la vita in Calle Larga. Negli ultimi anni è stata avviata pure la manifestazione “Kalelarga art”, con la quale si vuole portare nuova vita nel centro di Zara. Ciò conferma che è necessario impegnarsi di più nel promuovere eventi culturali e prodotti al fine di conservare lo spirito zaratino della via centrale di questa località dalmata e tramandare una storia importante.
Danijela Berišić Antić – La Voce del Popolo 7 settembre 2012