Solo ieri sera tardi i vigili del fuoco sono riusciti a spegnere completamente il disastroso incendio divampato nel primo pomeriggio di lunedì scorso in un magazzino dell’ex industria chimico–tessile Pazinka. Anche questa come tante altre aziende istriane che ai tempi dell’ex Jugoslavia era uno dei pilastri dell’economia della penisola, aveva da tempo cessato l’attività produttiva vuoi per le ruberie fatte ai tempi della privatizzazione selvaggia, vuoi per le speculazioni o l’incapacità gestionale del nuovo management.
Ultimamente i suoi capannoni e reparti erano diventati semplici depositi di merce d’ogni genere, soprattutto articoli in plastica. Ebbene in uno di questi magazzini della superficie pari a 4.000 metri quadrati l’altro ieri si è scatenato l’inferno. È scoppiato un incendio che in un battibaleno ha ingoiato 12 tonnellate di cubetti accendi fuoco, come dire fiamme sulla benzina, e prodotti in pvc. E subito si è levata nel cielo una densa nube di fumo grigio nero e una puzza orrenda.
I pompieri della caserma di Pisino sono arrivati sul posto in un battibaleno e subito dopo ne sono arrivati altri da Pola, Parenzo, Pinguente e Umago visto che seriamente si temeva per le abitazioni vicine. Alcuni occupati del magazzino sono stati colti da malore a causa del fumo e sono stati subito trasportati al pronto soccorso: per fortuna niente di grave. Subito è iniziata una cruenta battaglia contro le fiamme, un nemico dalle mosse imprevedibili a causa del vento che faceva loro continuamente cambiare direzione e soprattutto perché a bruciare non era il legno ma la plastica e pvc di cui non si è mai sicuri che siano stati messi al tappeto. Il comandante antincendio regionale Dino Kozlevac visto la minacciosa nube di fumo che si stava allargando nel raggio di alcuni chilometri, ha subito intimato alla popolazione di chiudere porte e finestre e di spegnere i climatizzatori.
(fonte “Il Piccolo” 19 settembre 2012)
Pisino, un’immagine del devastante incendio nell’ex industria chimico-tessile (foto www.istranews.in)
