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21set12 – Un anno dopo: le più belle testimonianze del Triangolare del Ricordo

Ad un anno esatto dall’evento organizzato dall’ANVGD allo Stadio Flaminio di Roma, vi proponiamo gli stralci di alcune delle testimonianze contenute nel libro “Io c’ero” e disponibile gratuitamente all’indirizzo http://www.anvgd.it/PDF/IO_C_ERO.pdf

 

Quando l’ultima luce si spegne e lo stadio resta vuoto, nel silenzio della notte puoi sentir l’eco dei tifosi che acclamano la loro squadra, lo scrosciare di applausi per celebrare il goal del proprio beniamino e pure anche il triplice fischio dell’arbitro che sancisce la vittoria… non ieri…

Quando l’ultimo cancello dello stadio Flaminio si è chiuso alle spalle del custode è rimasto solo un battito, quello del cuore, grande e forte, della gente istriana, fiumana e dalmata che in 90 minuti ha provato a riscattare secoli di storia della propria civiltà…

Il mio ringraziamento va a chi ha reso possibile tutto ciò attraverso anche il più piccolo dei gesti, perché la nostra storia resti indelebile nell’immaginario collettivo.

Grazie

Alessandro Sirotich, 30 anni, da Milano e originario di Fiume, attaccante della Fiumana, premio miglior giocatore

 

Non essere lì sarebbe stato un delitto. Innanzi tutto è doveroso ringraziare tutto lo STAFF dell’ANVGD, Fabio, Ilaria, Chiara, Sara, Giampaolo e Sabrina ed i nostri dirigenti dell’Associazione, per la continua assistenza verso di noi. Siete stati GRANDI.

Stupenda manifestazione, anche commovente con l’amicizia dimostrata da tutte le tre squadre e dei sei Mister. A parte i risultati, io devo sottolineare in particolare l’amicizia e la fiducia datami dal Maestro Sergio Vatta: non lo potrò mai ringraziare abbastanza.

Poi arrivate TUTTI VOI splendidi ragazzi che con quelle poche ore insieme siete riusciti a farmi rivivere quelle emozioni che provavo tempo fa quando facevo il mister. Siete stati grandi, non vi dimenticherò mai. Spero di reincontrarvi ancora tutti per ricordare assieme questa STUPENDA MANIFESTAZIONE.

Aldo Kregar, da Torino e nativo di Fiume, allenatore in seconda della Fiumana

 

(…) Quello che mi preme sottolineare, perché credo sia di fondamentale importanza, è che lo stesso entusiasmo, la stessa forza, gli stessi valori con i quali abbiamo affrontato quei tre meravigliosi giorni insieme, dovremo portarceli dentro da oggi in avanti, affinché venga trasmesso alle nostre generazioni future lo stesso bagaglio di conoscenze che i nostri padri, i nostri nonni hanno vissuto e ci hanno raccontato, per fare in modo che la tragedia che ha colpito le nostre famiglie, rimanga nella memoria di quei pochi italiani che già conoscono la nostra storia ma soprattutto per far conoscere questa brutta storia a chi purtroppo, di noi, ancora non sa nulla.

Con affetto.

Marco Cvetnich Margarit, 28 anni, da Torino e originario di Fiume, difensore della Fiumana

 

E’ stata una giornata magnifica, molte emozioni. Non ho parole per esprimere la gioia che ho avuto di trovarmi allo Stadio Flaminio in mezzo a tutta questa gente di Fiume, Pola e Zara. Eravamo tutti insieme per applaudire questi giovani giocatori figli e nipoti degli esuli giuliani e dalmati: eravamo tutti una grande famiglia.

Quando all’inizio ho sentito l’inno nazionale avevo le lacrime agli occhi. Sono felice di avere partecipato a questa giornata grazie al Triangolare del Ricordo. Vivo in Francia da 42 anni ma sono sempre italiana. Grazie ancora per questi momenti che non dimenticherò mai …..

Anna Maria Vatta, da Les Mées (Francia) e nativa di  Zara, tifosa

 

(…) Il colore di chi ha avuto il privilegio di essere chiamato a contribuire al ritorno in campo del nostro glorioso passato sportivo. Il colore di chi ha potuto toccare con mano e sentire il peso di una maglia che era tessuto. Tessuto intrecciato di aneddoti, racconti e storia, intriso di anime, cuori, sentimenti e passioni. Il colore di chi ha avuto la fortuna di condividere momenti indimenticabili con altrettanti indimenticabili compagni di viaggio. Scoprire radici comuni e valori innati, trasmessici dai nostri genitori, dai nostri nonni, ritrovarci come sconosciuti compagni di viaggio e salutarci come amici di una vita.

(…) A tutti dico grazie. Ad ognuno dico grazie. Per l’impegno. Per la serietà. Per le battute. Per la compagnia. Per ogni parola. Per ogni istante. Per ogni sorriso. Per ogni abbraccio. Per ogni arrivederci.

Orgoglioso di esserci stato, orgoglioso di essere stato, seppur per una sera soltanto, il Vostro capitano.

Fabio Cvetnich Margarit, 39 anni, da Torino e originario di Fiume, difensore e capitano della Fiumana

 

Beh, ci sono volte – e questa è una di quelle – in cui le parole non sembrano sufficienti per esprimere le emozioni del momento, la complicità instaurata con colleghe eccezionali, il rispetto per ragazzi con una storia importante alle spalle, l’euforica agitazione del pre-evento, l’orgoglio di aver partecipato a qualcosa di grandioso, la paura di non esserne stata all’altezza, la tristezza per il sipario che cala su un’avventura durata cinque mesi, la profonda stima per un capo che più che un capo è stato un amico-padre-esempio da seguire. Lo so, un elenco non può bastare per includere tutto questo…

Ma come direbbe qualcuno più saggio di me: “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”. Spero quindi che, al di là di tutte le parole, traspaia ciò che sento. Grazie a ognuno di voi, davvero.

Ilaria Costanzo, 26 anni, da Roma, Ufficio stampa del Triangolare

 

(…) Dalla mia posizione “privilegiata” ho avuto l’occasione di vedere, di conoscere, i nomi noti del Triangolare. Mi ha commosso e deliziato la familiarità e l’amicizia con cui si parlavano Pizzul, Benvenuti, Missoni, Gabric. E in dialetto! Ma è stato anche straordinario l’attaccamento dei giocatori alla loro maglia, alla loro bandiera, e le emozioni che hanno scatenato nel pubblico. Mi sono sentito imprecare (vicino ai “VIP!) per il primo gol che la Fiumana ha fatto al Grion Pola… Come mi ha detto Chiara verso la fine, tutto è andato bene. Merito dell’instancabile Fabio e del suo fantastico team, che ha saputo reagire con prontezza a tutte le situazioni, e ai volontari con cui ho avuto l’onore di lavorare.

L’ANVGD, e i suoi Giovani, hanno dimostrato di saperci fare, e ora la mia speranza è che si possa sfruttare il “momento” per eventi futuri. Istriani, Fiumani e Dalmati hanno dimostrato, ancora una volta, di sapersi rimboccare le maniche!

Su con le recie!

Filippo Odair Marcato Guimaraes, 30 anni, da Padova, capo della sicurezza ANVGD allo Stadio Flaminio

 

Difficile in due righe esprimere le sensazioni provate in tre giorni di pura amicizia. Impensabile raccontarvi le emozioni strette nel cuore o la commovente passione che ho provato durante l’inno. Il pensiero rivolto a mio padre che da lassù, felice, si gonfiava il petto fiero di vedermi in mezzo a voi, felice di avermi trasmesso i valori della sua terra di origine. (…) Tre giorni che resteranno indelebili nella mia memoria per le fantastiche persone che ho conosciuto: giocatori, allenatori, ex-calciatori, organizzatori, collaboratori, volontari ecc. Fabio, non smetterò mai di ringraziarti. L’organizzazione è stata perfetta, facilitata da due eccezionali collaboratrici come Chiara e Ilaria e dalla spontanea disponibilità di Sara.

Un abbraccio a tutti.

Giampaolo Lenarduzzi, 44 anni, da Venezia e originario dell’Istria, involontario centrocampista del Dalmazia

 

Proverò a descrivere brevemente i miei giorni passati con Voi. I sentimenti che si sono alternati sono stati diversi… Emozione, felicità, orgoglio. La cosa che forse mi ha maggiormente emozionato è stato scoprire quante persone condividessero il mio stesso passato.

Ho conosciuto diversi ragazzi che abitano nel mio quartiere e parlando con loro ho scoperto che i nostri nonni erano amici, che i nostri genitori si conoscevano. Probabilmente, senza l’ ANVGD, con la nostra generazione questo legame sarebbe andato perso.

Spero di rivedere presto questi ragazzi e se possibile rivedere i “magnifici 60” quanto prima possibile perché il “mio” GRION POLA mi manca parecchio.

Gabriele Luciano Picone, 26 anni, da Torino e originario di Dignano d’Istria, attaccante del Grion Pola

 

(…) Ho trovato dei ragazzi intelligenti e di cuore, che sanno bene quanto sia importante esserci stati, farsi sentire, anche se per un giorno solo. E se poi non ne parleranno i giornali, o vi dedicheranno solo un piccolo spazio, penso che questi giorni passati insieme, tra grandi personaggi dello sport, allenamenti e goliardici cori tra squadre “rivali”, rimarranno sempre dentro di noi e ci faranno sorridere e commuovere guardandoci in foto o incontrandoci.

Grazie di cuore a tutti quanti.

Diego Cambiaso, 24 anni, da Alessandria e originario di Fiume, attaccante della Fiumana

 

(…) Eppure questi tre giorni magnifici hanno fatto letteralmente esplodere le mie sensazioni che si sono moltiplicate per ognuno di voi che in un modo o nell’altro arrivava lì da un posto diverso dal mio, ma allo stesso modo univoco di sensazioni, di cultura, di valori, come fossimo sempre stati insieme completati da un legame più profondo di quello che potevano dire le nostre parole; il Villaggio dove ero cresciuto ora non aveva più confini.

E poi mi torna in mente l’inno d’Italia, cantato direttamente dal campo verso le tribune, tutti insieme, ed il nodo si stringe in gola e la commozione vola, ma la voce non cede e canta!!!!…..

Grazie veramente a tutti per questi ricordi indelebili ed un particolare ringraziamento all’organizzazione veramente perfetta in tutto.

Ancora un grazie a tutti coloro che mi hanno detto: “ragazzi ci avete fatto emozionare….”.

David Silvi, 40 anni, da Roma e originario di Fiume, attaccante della Fiumana

 

Quelle terre dove i miei zii correvano e giocavano con mio padre in fasce, dove i miei nonni si amavano e i veri valori esistevano veramente, hanno ripreso vita il 21 settembre 2011. Non solo le terre. Eravamo in tanti allo stadio, lassù però una grande massa di esuli felici, piangeva e tifava. Si sentivano le loro voci, il loro calore, quell’orgoglio di essere stati italiani. Emozionante.

Lealtà, allegria e onore i valori che mi sono stati trasmessi fin da piccolo, onore che ho ritrovato scendendo in campo per loro, per un loro ideale. Per questo ho trattenuto le lacrime, più volte, pensando a mio padre scomparso troppo presto, pensando ai miei zii, e all’orgoglio che da lassù hanno potuto provare nel vedere me e mio fratello vicini per rappresentarli. La Dalmazia era rimasta nel loro cuore. E loro nel mio.

Grazie Fabio Rocchi e team, grazie all’Associazione. Ora più che mai mi sento un Dalmata, ora più che mai un Italiano.

Con emozione.

Riccardo Ferrari Cupilli, 29 anni, da Torino e originario di Zara, centrocampista e capitano del Dalmazia, premio fair play

 

(…) Grazie ai miei due mister per avermi scelto per questa esperienza e perché hanno capito qual’era lo spirito di questa partita e di questa festa, grazie al meraviglioso pubblico allo stadio, grazie agli organizzatori e ai volontari per aver avuto questa folle, splendida idea e per essersi dati corpo e anima perché potessimo viverla appieno, grazie a tutti i ragazzi che ho conosciuto e in special modo alla mia squadra, quel fantastico e verde connubio canadese-argentino-italiano (ma al 100% istriano) chiamato Grion Pola… perché dovete ammetterlo, già questo evento era speciale, noi l’abbiamo reso “eccezionale veramente”.

Stefano Silli, 35 anni, da Treviso e originario di Albona, centrocampista del Grion Pola

 

Aspettavo questo momento da un anno e finalmente è arrivato! Sono stati tre giorni stupendi che ho condiviso con persone diverse, provenienti da ogni parte del mondo, ma che con me avevano ed hanno un grande comune denominatore: essere discendenti di un grande popolo! Un popolo che ha sofferto tantissimo ma che ha saputo andare avanti e ancora oggi è fiero e vivo tramite i propri figli e nipoti che, tutti uniti, si sono dati appuntamento nella Capitale per ricordare l’esodo giuliano-dalmata.

Negli occhi di tutti ho visto quella fierezza e quel senso di appartenenza. L’organizzazione è stata fantastica in tutto, dal primo all’ultimo minuto in cui siamo stati assieme e, consapevole del lavoro che è stato fatto e che tuttora continua, vi ringrazio di cuore.

Antonio Russo, 35 anni, da Trieste e originario di Capodistria, portiere del Grion Pola

 

(…) Grazie per avermi dato questa opportunità, grazie a chi c’era 70 anni fa a Fiume, Pola, Zara ed era ITALIANO, grazie a chi c’era a Roma ed ha giocato, tifato, organizzato, grazie ai miei nonni che sono partiti da Fiume con un figlio in fasce, grazie a mio padre che mi guardava con orgoglio con la maglia della Fiumana addosso.

E grazie a voi, LEGGENDARI COMPAGNI DI SQUADRA!

Davide Segnan, 37 anni, da Bologna e originario di Fiume, centrocampista della Fiumana

 

21 settembre 2011, Stadio Flaminio di Roma: stanno per entrare in campo le squadre del Grion Pola e dell’A.C. Dalmazia. Nel sottopassaggio, alle due squadre si unisce la terza formazione del “Triangolare del Ricordo”: l’U.S. Fiumana.

All’improvviso, tutti i ragazzi intonano “La mula de Parenzo”; una forte emozione pervade tutti, giocatori e arbitri, dirigenti e pubblico, e non sembri retorica, ma è un po’ del nostro passato che risorge dalle ceneri e sono proprio loro, questi ragazzi, nipoti e pronipoti degli esuli, arrivati a Roma dal Sudafrica, dal Canada, dal Sudamerica, da tutto il mondo insomma, a ribadire, col loro canto, che la nostra grande storia e la nostra cultura non moriranno mai.

Nei tre giorni di ritiro, splendidamente ospitati nel centro “Mondo Migliore”, i ragazzi hanno ascoltato con grande interesse le nostre storie di esuli in Italia e ci hanno raccontato le loro storie di esuli nel mondo. È stato bellissimo. Nell’insieme è stato qualcosa di più di un triangolare calcistico, e i nostri conterranei Abdon Pamich, Nino Benvenuti, Ottavio Missoni e Margherita Granbassi erano lì a testimoniare che in futuro potremo ancora portare al vertice altri campioni, interpretando lo sport con la cultura giuliano-dalmata, lottando fino in fondo col sorriso sulle labbra.

Sergio Vatta, da Torino e nativo di Zara, allenatore della Fiumana

 

Io c’ero……….. emozione unica, all’inno d’Italia mi son messo a piangere e con il groppo alla gola non potevo cantare. Dai ricordi che ho ascoltato da mia mamma e papà, ho sognato di essere allo stadio Cantrida di Fiume dove mamma e papà andavano alla domenica.

Troppe, troppe emozioni in quelle quattro ore passate allo stadio Flaminio. Parlavo con tutti, mi pareva di essere a Fiume. Avrei centomila cose da dire ma mi è difficile esternarle scrivendo. Posso dire solamente che e stata una cosa unica, irripetibile e bellissima, che resterà nel mio cuore e nella mia vita.

Forza Fiumana, forza Grion Pola, forza Dalmazia: siete stati magnifici e nel mio cuore grido anche forza Olimpia, forza Gloria. Un abbraccio fiuman a tutte le squadre, a tutti coloro che sono intervenute, allo staff e ai dirigenti.

Giuseppe Budicin, 66 anni, da Mestre (VE) e nativo di Fiume, tifoso

 

Abbiamo fatto parte di un pezzettino di storia, e per questo voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile un sogno, un miraggio che dopo oltre un anno è diventata realtà!… In questi giorni abbiamo incontrato persone di tutti i tipi, diverse, particolari, più o meno simpatiche, ma la cosa pazzesca è che tutti avevano a cuore le nostre terre d’Istria, Fiume e Dalmazia, e volevano far sentire la loro voce!

Non ho abbastanza parole per spiegare le mie sensazioni, ma giocare al Flaminio con la maglia dei nostri avi non potrà aver eguali, il mio cuore non è mai stato così gonfio come davanti alle persone a me care presenti che mi guardavano e sostenevano, e finalmente mi sentivo di essere un po’ meno impotente per quelle che, nonostante sia nato a Trieste, sento come le mie terre, il mio sangue.

Chiedo a tutti di continuare ad essere affezionati, di entrare nei Comitati delle varie città, riempiendoli di persone attive. Insomma, di ravvivare sempre la nostra passione di questi giorni.

E non so voi…ma a me, durante l’Inno di Mameli, con le nostre tre bandiere…una lacrima di commozione è scesa!

Daniele Diminich, 29 anni, da Trieste e originario di Albona, difensore del Grion Pola

 

(…) Mai pensavo di vedere un giocatore segnare un gol e ricevere abbracci dai compagni e pacche sulle spalle dagli avversari; pensavo di non vedere mai più un attaccante sbagliare un gol ed essere consolato dal portiere avversario; aver visto i giocatori alla fine di ogni singola partita sorridere e scherzare tra loro mi è sembrato un sogno; non aver visto nessun fischio arbitrale contestato, nessun giocatore sostituito che esce col muso, il sogno ad occhi aperti continuava.

(…) Una trasparenza e una correttezza che non credevo mai più di vedere su un campo di calcio, almeno in Italia, dove chissà perché questo sport divide piuttosto che unire. Questa invece è stata una festa per tutti, si rischiava anche di dimenticare chi avesse vinto e chi avesse perso. Signori professionisti da otto milioni di euro a contratto, guardate ed imparate cosa significa fare sport!

Alessandro Tozzi, giornalista, tratto dal quindicinale online Sulpalco

 

Sono tornato in Argentina, dall’altra parte dell’emisfero, con il cuore pieno di battiti, sorrisi, ricordi ed un immensa allegria.

Ho trovato dei magnifici ragazzi, con i quali – pur non conoscendoli – avevo tanto in comune. E’ stata una esperienza unica  e sono felicissimo di esserci stato.

Agustín “Pocho” Chiappetta Gazich, 18 anni, dall’Argentina e originario di Zara, attaccante del Dalmazia

 

Un sincero grazie agli ideatori e a tutti coloro che hanno reso possibile questa manifestazione di un orgoglio e di un senso di appartenenza comune che, anche se diviso da molti chilometri, non è mai diminuito, e, anche se separato dalle proprie care terre, non ne è mai dimentico.

Così che tutti possano vedere che questi giovani, che come me non hanno vissuto in prima persona l’esodo, vogliono fortemente portare avanti il Ricordo diffondendolo fino ai quattro angoli del mondo.

Grazie a tutti voi giocatori per le coinvolgenti emozioni che avete trasmesso all’intero pubblico; avete messo in campo il cuore ed ho avuto la certezza che abbiate dato tutto per una ragione che va al di là di un risultato sportivo.

Spero che questa bellissima festa non sia il culmine, bensì sia solo l’inizio per unire coloro che sono lontani in un unico e vivo cuore istriano, fiumano e dalmato.

Cristina Ranieri, 24 anni, da Trieste, originaria di Buie d’Istria, tifosa

 

(…) Un abbraccio affettuoso a tutti e grazie all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che c’è e si fa sentire. Con il lavoro di tutti i giorni e con manifestazioni come quella organizzata a Roma sensibilizza i media e l’opinione pubblica e allo stesso tempo risveglia negli italiani il senso dell’identità e dell’unità nazionale. Siete grandi, siamo grandi, continuiamo così insieme!

Tomislav Caruz, 25 anni, da Monza e originario di Zara, difensore del Dalmazia

 

Ci sono momenti nella vita, che ti segnano e ti rimangono impressi sino alla fine. Il triangolare del Ricordo e il ritiro di Rocca Papa rappresentano uno di quei momenti e saranno sempre nel mio cuore e nella mia mente.

Può sembrare una delle classiche frasi fatte, ma faccio fatica, a quasi un mese di distanza, a descrivere il vortice di emozioni che mi ha avvolto in quello splendido, ma troppo breve periodo.

Mi sono ripromesso di non scordare nessuno dei ragazzi che ha fatto parte del ritiro, indipendentemente dalla squadra di cui facesse parte; eravamo tutti insieme, tutti amici, con una cornice di organizzatori a cui non smetterò mai di dire grazie per avermi dato questa opportunità.

Vorrei rivivere anche solo un giorno, una sola ora, un solo momento con tutti voi, con la mia famiglia, perche si, mi sentivo finalmente parte di una grande famiglia.

Il mio nonno e la mia nonna mi raccontavano sempre del popolo di cui facevano parte, delle terre che con grandissima tristezza, avevano dovuto lasciare; e io pur essendo un bimbo all’epoca, sentivo dentro me un piccolo sentimento di gelosia, per non aver mai avuto la fortuna di vivere e conoscere quella gente; chi l’avrebbe mai detto che a 24 anni, persone splendide come Fabio Rocchi, avrebbero realizzato questo mio grande desiderio.

E poi l’opportunità di giocare in un campo come il Flaminio e di sentire, cantare, con qualche lacrima di emozione e commozione, l’inno di Italia, simbolo della Nostra italianità; vedere persone che sono venute sin da Trieste scendere in campo dicendoci “ci avete fatto emozionare”.

Sono orgoglioso di far parte di questo grande popolo e spero di rivedere almeno una volta ognuno di voi. (…)

Cristiano Bussani, 24 anni, da La Spezia e originario di Lussino, difensore della Fiumana

 

(…) Dal primo momento che ho incontrato l’ organizzazione e gli altri giocatori mi sono sentita a casa, parte di una grandissima famiglia e così mi sono potuta liberare dalla pressione e godermi ogni attimo di questa splendida esperienza.

Una cosa voglio assolutamente condividere con voi. Abbiamo vissuto un momento speciale poco prima di fare l’ ingresso sul campo di gioco: tutte e tre le squadre erano pronte nel tunnel e il Grion Pola, del quale ero capitana, ha iniziato a cantare “La mula de Parenzo”. A noi si sono subito aggiunti tutti gli altri e le nostre voci hanno raggiunto lo stadio e gli spettatori sugli spalti. In pochi secondi anche il migliaio di persone sulle tribune hanno unito le loro voci alle nostre e il sentimento che ha invaso le nostre anime al suono di questa dolce melodia sarà qualcosa che io non potrò mai dimenticare. Poi abbiamo giocato le nostre partite e non importa chi ha vinto il Torneo sul campo perché tutti noi abbiamo vinto rendendolo possibile. (…)

Voglio ringraziare tutti per aver reso possibile tutto questo – chi ha partecipato, chi ha assistito, chi ha organizzato l’ evento (e organizzerà i prossimi). Voglio ringraziare con sincero ed immenso affetto e gratitudine il Signor Fabio Rocchi: mente, anima e Cuore sia del Triangolare del Ricordo sia dell’ANVGD.

Sinceramente

Cristina Perini, 37 anni, dal Canada e originaria di Capodistria, difensore e capitano del Grion Pola

 

(…) Quel che conta oggi è che tutti abbiamo potuto vivere un’esperienza unica, immersi in una realtà unica, partecipando ad un appuntamento unico.

Quel che conta domani è che ci si possa trovare ancora -se qualcuno avrà la bontà di supportarci- per dimostrare che anche le giovani generazioni, eredi sportive dei campioni del Grion Pola, della Fiumana e del Dalmazia, ma soprattutto eredi di quel patrimonio genetico formidabile di tutti gli istriani, fiumani e dalmati, sanno vivere appieno la loro identità, da un lato comprendendo il doloroso vissuto dei propri genitori e nonni, ma dall’altro guardando al futuro con maggiore serenità e soprattutto con il desiderio di tenere in qualche modo viva quella grande “città dell’Esodo” che oggi è sparsa in tutto il mondo.

(…) Infine un grazie a chiunque abbia in qualche modo dato una mano alla realizzazione di questo piccolo grande sogno, dal primo all’ultimo, senza distinzioni. Ognuna di queste anime generose ha messo il suo piccolo mattoncino, reale o virtuale che fosse.

C’è chi lo ha fatto anche solo col pensiero, in un piccolo appartamento popolare, leggendo le nostre idee per mesi, con un paio d’occhiali per vederci meglio, aspettando di scendere alla posta per ritirare una piccola pensione. Anche questo calore ci è giunto fin dentro al cuore e gliene saremo sempre grati.

Fabio Rocchi, Associazione Nazionale e Venezia Giulia e Dalmazia, responsabile organizzativo del Triangolare del Ricordo

 

 

























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