Campane a morto sulla Chiesa cattolica della Slovenia. I rintocchi giungono dalle righe del quotidiano lubianese “Dnevnik” che è riuscito a prendere visione dei documenti legati al clamoroso crac finanziario dell’arcidiocesi di Maribor, un buco milionario che ha visto fallire entrambe le finanziarie della curia, Zvon Ena e Zvon Dva, le quali hanno portato a sprofondare nel proprio buco anche le principali banche del Paese di cui erano creditrici. Finora lo scandalo aveva visto cadere l’arcivescovo di Maribor Franc Kramberger, che è stato “prepensionato” dal Vaticano, e l’economo della curia, Mirko Krašovc.
La Conferenza episcopale slovena aveva promesso nel febbraio scorso che sarebbe stata fatta chiarezza e sarebbero state appurate le responsabilità relative alla triste vicenda. Ma da allora più niente. Un silenzio che è facile comprendere proprio alla luce dei documenti visionati dal “Dnevnik” dai quali appare chiaramente che a controfirmare le principali decisioni legate alle speculazioni finanziarie, poi rivelatesi catastrofiche, è stato l’attuale arcivescovo di Lubiana, monsignor Anton Stres. Il quale, peraltro, è in buona compagnia. Tra i diretti interessati ci sono anche l’arcivescovo metropolita di Maribor, Marjan Turnšek, il vescovo di Murska Sobota, Peter Štumpf, il vescovo di Celje, Stanko Lipovše, il responsabile degli uffici dell’arcidiocesi, Janez Lesnik, il prelato e canonico, Franc Zdolšek, il canonico, Jože Golicnik e, in modo meno grave, altre alte personalità ecclesiastiche. Stres nel 2000 fu nominato vescovo ausiliario di Maribor e ricoprì tale incarico fino al 2006 quando divenne vescovo di Celje. Nella sua veste partecipò in prima persona a tutte le decisioni chiave prese dal Consiglio economico episcopale.
Secondo il “Dnevnik” Stres con la sua forte personalità sarebbe stato il vero leader di tale organismo ecclesiastico. Fino al 2004 piazzò i suoi “uomini” (laici) alla guida dei principali progetti finanziari dell’arcidiocesi, affiancato dal vescovo Turnšek. Sempre secondo il giornale lubianese, Stres sarebbe stato colui che ha guidato tutte le operazioni finanziarie dell’arcidiocesi che poi si sono concluse con il clamoroso crack. La decisione più catastrofica è stata quella che ha portato l’arcidiocesi ad acquistare le azioni della Zvon Ena, decisione assunta dal Consiglio economico episcopale. In base ai documenti citati dal “Dnevnik” gli stessi verbali delle riunioni, nel corso delle quali furono prese le decisioni, sono firmati da Stres e non dal vescovo Kramberger. A questo punto i problemi legati alla presunta paternità dell’arcivescovo Uran e del cardinale Rode sembrano marachelle infantili, densi fumogeni serviti a “coprire” il vero vulnus.
Mauro Manzin
“Il Piccolo” 30 settembre 2012