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10ott12 – Un’oasi turistica nel gulag di Tito

Il famigerato campo di prigionia di Goli Otok – dove venivano incarcerati gli oppositori di Tito, i cosiddetti “nemici del popolo” – è stato chiuso nel 1988. Sono ormai passati ventiquattro anni, contrassegnati dall’abbandono e dall’incuria. Perfino dalla devastazione di quanto rimasto, con lo Stato croato che non fa nulla per valorizzare quello che può essere definito ormai un monumento storico.

 

Ma nonostante edifici fatiscenti, rottami seminati ovunque, finestre in frantumi e altra immondizia, l’isola Calva nel canale del Velebit viene ogni anno visitata da un crescente numero di villeggianti e diportisti che non hanno però l’opportunità di beneficiare di un servizio turistico, locali di intrattenimento… È un’isola praticamente abbandonata. La municipalità dell’isola d’Arbe ha però un progetto in tasca per il rilancio turistico; per questo ha inviato alla competente istituzione – l’Agenzia per la gestione del patrimonio statale – la richiesta sulla cessione dei diritti di gestione dell’isola Calva al comune isolano. Ma da Zagabria non è ancora giunta alcuna risposta.

 

I loparani comunque non demordono e stanno formulando alcuni piani di riutilizzo in chiave turistica. «Intanto vogliamo costruire sull’isola un adeguato centro di rimembranza per le vittime di quel lager – spiega il sindaco di Lopar, Alen Andreskic – Abbiamo inoltre un piano per ricostruire il padiglione di Vela draga, dove gli internati soggiornarono dal 1949 al 1956. Quindi pensiamo di dare vita ad un’istituzione che si occuperà di raccolta di materiale d’archivio del campo d’internamento. Quindi intendiamo risanare gli edifici meglio conservati e migliorare le condizioni nei due porticcioli dell’isola».

 

E ancora: «Non è tutto perché i nostri progetti contemplano anche la valorizzazione della carne d’agnello dell’isola Calva, in passato molto apprezzata: si potrebbero aprire centri di ristorazione e offrire questa specialità. Il potenziale turistico dell’isola è davvero unico e va sfruttato». Andreskic ha tenuto a rimarcare che il suo comune – con l’aiuto dello Stato – dispone di mezzi finanziari per dare all’isola Lunga la dimensione che meglio valorizzerebbe questo incredibile fenomeno della natura, con scarsa vegetazione ma ecologicamente ben conservato. Proprio per tale motivo, resta inspiegabile il silenzio e la passività degli organismi statali, che dovrebbero invece approvare i progetti di valorizzazione dell’isola, attualmente un capitale non sfruttato.

 

Andrea Marsanich

“Il Piccolo” 7 ottobre 2012

 

 

 

Una parziale veduta del lager di Goli Otok (foto  www.atlasweb.it)

 

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