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Croazia nell’Ue, fronte comune per i fondi (Il Piccolo 17 ott)

La Croazia si avvia a entrare nell’Unione Europea: l’adesione è prevista per il luglio del 2013. Si aprono nuove prospettive di cooperazione territoriale tra stati limitrofi rafforzate dalla comune presenza nella casa europea su di un asse che va dal Friuli Venezia Giulia alle contee istriana e quarnerino-montana passando per la zona confinaria slovena.

 

A consolidare la collaborazione anche la possibilità di candidarsi, uniti, a progetti finanziati dai fondi europei per il periodo 2014-2020. Una fonte di finanziamento che con la crisi economica e i tagli alla spesa risulterebbe preziosa, e consentirebbe di mettere in rete comuni vocazioni e peculiarità produttive, si pensi ad esempio alla pesca o al turismo.

 

Di queste possibilità si è discusso al convegno organizzato dal Centro studi Dialoghi europei in collaborazione con la Regione ieri alla Marittima, presenti i rappresentanti di istituzioni locali, slovene e croate. «Si tratta di fare il punto sui programmi già in atto – ha spiegato il presidente di Dialoghi europei Giorgio Rossetti – per far emergere le collaborazioni spontanee tra enti locali e porre le premesse per un coordinamento tale da evitare un uso distorto di risorse». Risorse che, si diceva, possono arrivare dai fondi Ue i quali potrebbero essere utilizzati anche per una comune collaborazione nel campo dell’ambiente, dei trasporti, della sanità, delle risorse idriche e dello smaltimento dei rifiuti – ha indicato ancora Rossetti – perché «l’Ue incentiva le collaborazioni territoriali anche in tempi di magra».

 

E se l’ingresso della Croazia nell’Ue è previsto per il 2013 siamo «costretti« ha spiegato l’assessore regionale Elio De Anna «a metterci assieme per contare di più. Il Gect, il Gruppo economico di collaborazione territoriale che per ora è composto dalla nostra Regione, dal Veneto e dalla Carinzia, si potrebbe allargare alla Slovenia e alla Croazia con l’obiettivo di andare uniti verso la realizzazione della macroregione Adriatico-Ionica: in questo modo potremmo fare, in maniera allargata, fronte comune».

 

Maurizio Tremul, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione italiana, vede ancora più in là: «Le prospettive macroregionali transnazionali con forti legami di interessi economici e culturali devono però coinvolgere anche i cittadini per dare loro servizi concreti. Come ad esempio sul fronte dello sviluppo delle attività portuali in sinergia tra Trieste, Monfalcone, Capodistria, Venezia e Fiume, ma anche nel campo dei trasporti ferroviari e autostradali, nella gestione dei servizi sociali e sanitari, nell’integrazione tra poli universitari e istituti di ricerca, tra informazione e media, per fare sistema e creare rapporti e scambi che sono spesso assenti».

 

Ivana Gherbaz

“Il Piccolo” 17 ottobre 2012

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