Ragioni di «decoro urbano»: questa la motivazione con la quale il Comune capitolino ha dato disposizione di rimuovere i manifesti di Rifondazione Comunista offensivi del Giorno del Ricordo e delle vittime delle Foibe.
Nei giorni intorno al 10 febbraio, il partito della sinistra radicale aveva affisso nei molti quartieri della Capitale un poster raffigurante una simil-resistente con stella rossa sul berretto e contenente un testo a dir poco farneticante, che non risparmiava il Presidente della Repubblica, reo di aver riconosciuto la tragedia dell’esodo e degli eccidi degli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia.
Imbarazzo nella stessa Rifondazione Comunista, al cui interno – si è scoperto – era stata la corrente più estremista a concepire e far affiggere quel manifesto, firmato «Federazione di Roma – progetto memoria». «Quella per noi è carta straccia», avrebbero detto i dirigenti nazionali del partito dando l’assenso al Comune di Roma di rimuovere i manifesti.
Ma è chiaro che le più feroci posizioni negazioniste imbarazzano un po’ tutta la sinistra, ed è per questo che il Campidoglio si è affrettato a far intervenire gli addetti alla rimozione.