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In Slovenia grande protesta di piazza contro il rigore (Il Piccolo 27 ott)

Cresce la protesta sociale in Slovenia contro i rigori della Finanziaria, il consolidamento fiscale, la Bad Bank e l’Agenzia unica per il controllo del patrimonio statale. Per questi due ultimi tempi poi è già scatta la raccolta di firme per indire un referendum abrogativo. Insomma per il governo guidato da Janez Janša (centrodestra) si preannunciano momenti molto difficili, proprio mentre le questioni che hanno scatenato l’ira della gente sono in discussione al Parlamento. Così i sindacati del pubblico impiego hanno preannunciato che il prossimo 17 novembre ci sarà una grande mobilitazione a Lubiana in Kongresni trg, manifestazione cui si uniranno gli studenti e anche le associazioni dei pensionati. Da rilevare che il Partito dei pensionati fa parte della maggioranza di governo dove esprime il ministro degli Esteri nella persona di Karl Erjavec.

 

Il motore organizzativo della protesta resta la Conferenza dei sindacati del settore pubblico che già da qualche tempo sta predisponendo la protesta di piazza. «Con noi ci sono gli studenti e i pensionati», dichiara il presidente della Confederazione, Branimir Štrukelj. E poi per protestare contro il modo in cui il governo sta gestendo la crisi economica e sociale che investe il Paese alla iniziativa si è unito anche il più grande sindacato del Paese, la Zsss, la quale non è riuscita a digerire il fatto che l’esecutivo abbia avviato all’iter parlamentare questioni che non sono state assolutamente risolte con le parti sociali. Già lunedì prossimo il Gruppo 29 invita a partecipare a Maribor a una pacifica protesta per chiedere le dimissioni del governo e dimostrare come «ciascun individuo conta» nel Paese. Un organizzatore, che ha voluto conservare l’anonimato, ha confermato al Delo di Lubiana che la protesta è sostenuta anche dalle principali sigle sindacali.

 

Alla protesta di Lubiana, come dicevamo, si uniranno anche gli studenti, i quali definiscono le decisioni in tema di crisi prese dal governo come «dannose» e «unilaterali» e «profondamente dannose della condizione sociale dei giovani». E, assieme ai nipoti, scenderanno in piazza per salire sulle barricate della protesta sociale anche i nonni. La Lega delle associazioni dei pensionati deciderà ufficialmente nei prossimi giorni la partecipazione ma la presidente, Mateja Kožuh Novak è convinta che i pensionati saranno presenti. Ufficialmente il governo sloveno non ha preso una posizione ufficiale in merito alla “dichiarazione di guerra” di sindacati, studenti e pensionati, ma fonti ufficiose sostengono che il premier Janša abbia commentato sostenendo che per la Costituzione slovena le manifestazioni pacifiche dei sindacati rappresentano un mezzo per espirmere la propria posizione e poi, avrebbe concluso, tutto ciò potrebbe far parte della loro strategia, dopotutto stanno ancora trattando.

 

Mauro Manzin

“Il Piccolo” 27 ottobre 2012

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