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04dic12 – Ma il porto di Pola piange: «Niente commesse»

Piange il registro delle commesse del più grande stabilimento navalmeccanico in Croazia, lo Scoglio Olivi: c’è lavoro infatti solo fino al 2014 entro il quale verranno costruite 7 navi. Cosa succederà dopo non si sa. Il management è alla disperata ricerca di nuove commesse, che facciano dormire sonni tranquilli sia alla direzione che alle maestranze. Ed è finita l’epoca d’oro della decennale collaborazione con il Gruppo italiano Grimaldi di Napoli per il quale le maestranze polesi hanno costruito ben 18 unità.

 

Stando a varie valutazioni la cantieristica croata è destinata a soccombere sotto l’incalzare dei cantieri navali coreani e cinesi, dove indubbiamente le navi costano meno. L’attuale triste realtà è che diminuendo il lavoro, la direzione dello Scoglio Olivi sta gradualmente mettendo alla porta le varie aziende cooperatrici esterne, con l’intento di mantenere intatti i 2.800 posti di lavoro propri. A rimanere senza lavoro è anche Antonio D. di Dignano che dopo 20 anni trascorsi al cantiere di Monfalcone ha voluto ritornare allo Scoglio Olivi poiché stanco di fare il pendolare settimanale. E si è pentito.

 

Ora a 60 anni di età dice,trovare un lavoro fino alla pensione è come fare Bingo. Non gli rimane che tentare di ritornare a Monfalcone. Intanto si è conclusa con un successo benché minimo, la seconda fase di privatizzazione dello scalo polese. All’offerta pubblica per l’acquisto delle azioni hanno aderito il Gruppo Adris di Rovigno, le Assicurazioni Croatia,le compagnie di navigazione Tankerska Plovidba di Zara e Uljanik Plovidba di Pola nonché i fondi pensionistici. Delle 3,5 milioni di azioni in vendita ne hanno acquistate 1.120.000, solo 2 mila oltre la soglia della soglia di accettabilità della privatizzazione del valore complessivo pari a 14 milioni di euro. Questi soldi sono destinati all’ammodernamento tecnologico dello stabilimento navalmeccanico.

 

Una cifra che però secondo il sindacato non sarà sufficiente ad attuare tutti i piani. Sul tema la direzione aziendale non si è ancora pronunciata. Ricordiamo che nella prima fase della privatizzazione dello Scoglio Olivi conclusasi nel luglio scorso i dipendenti e i pensionati dell’azienda potendo contare su varie agevolazioni, hanno acquistato il 60% del pacchetto azionario.

 

(fonte “Il Piccolo” 1° dicembre 2012)

 

 

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