Obiettivo centrato per lo staff dell’Archivio di Stato di Trieste: «L’iniziativa “Carte di Natale” ha richiamato più di cinquanta ospiti – ha commentato entusiasta la neo direttrice Claudia Salmini – di cui molti non avevano mai messo piede in un archivio: era proprio a questo pubblico che intendevamo rivolgerci». Un pubblico digiuno o inesperto di tesori documentari che ieri ha potuto aggirarsi per i depositi e le sale studio dell’Archivio di via Lamarmora alla scoperta degli spazi dedicati alla conservazione dei fondi, della varietà dei documenti custoditi e delle procedure di informatizzazione e trasferimento a supporti digitali di pergamene e giornali antichi. «In molti ci hanno chiesto se sia possibile tornare in Archivio a fare ricerca liberamente: non conoscevano il diritto fondamentale del cittadino di accedere al patrimonio archivistico del proprio paese – ha spiegato la dottoressa Salmini – Quando hanno saputo di poter tornare si sono anche offerti come volontari per le attività di riordino e catalogazione dei documenti».
La manifestazione, indetta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali in tutti gli archivi d’Italia, si è svolta nell’istituto cittadino in più parti: dopo le visite guidate attraverso i depositi, i convenuti hanno potuto esaminare una scelta documentaria costituita da quaderni e registri scolastici del liceo Petrarca risalenti agli anni dei secondo conflitto mondiale – piacevole il “Registro delle punizioni” del liceo magistrale femminile dell’anno ’44-’45, nel quale si andava dal “giorno di sospensione perché colpevole di mendacio e inganno” ai “5 giorni di sospensione per aver falsificato la firma della propria madre” -, dai progetti in scala del faro della Vittoria dell’architetto Arduino Berlam, la mappa censuaria della città datata 1836, liste di leva di fine dell’Ottocento e un faldone del Tribunale commerciale marittimo contenente il testamento di Pasquale Revoltella. Esperti hanno in seguito illustrato il processo di digitalizzazione e messa in rete del patrimonio documentario, in particolare delle carte topografiche del catasto franceschino (reperibile online presso il “Portale dei territori”), riscuotendo grande interesse.
Nel frattempo in una sala venivano proiettati a rotazione curiosi e inediti filmati realizzati durante il Governo Militare Alleato dallo United States Information Service (Usis) di Trieste: all’interno di questo servizio il Public Affairs Officer vi svolgeva compiti di informazione e pubbliche relazioni, ovvero propaganda radiofonica, a mezzo stampa e attraverso una propria sezione cinematografica. Da quest’ultima sono state recuperate le bobine su Trieste e il suo circondario, una ventina, da cui è possibile oggi trarre un’immagine vivida della vita cittadina – ovviamente secondo le linee d’interesse della propaganda americana – tra gli anni ’40 e ’60. La mattinata si è conclusa con la presentazione dei manifesti pubblicitari del fondo Modiano a opera di Piero Delbello, invitato dalla Soprintendenza archivistica. «Da febbraio organizzeremo una serie di incontri aperti al pubblico per parlare di archivi – assicura la direttrice – vogliamo restituire questo luogo alla cittadinanza. Inizieremo con un appuntamento sull’emergenza terremoto in Emilia Romagna e sul ruolo degli archivisti in quel contesto».
Vanessa Maggi
“Il Piccolo” 17 dicembre 2012