In occasione della prossima Giornata della Memoria, che si commemora il 27 Gennaio, il Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Antonio Ballarin, ha inviato una sentita lettera di condivisione al Presidente delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
«Ricorre il prossimo 27 Gennaio la Giornata della Memoria – scrive tra l’altro il Presidente Ballarin –, che il Parlamento tutto ha doverosamente voluto per commemorare le vittime dell’orrore della Shoah, la cui tragica dimensione e le cui conseguenze sull’Europa intera sono perfettamente impresse nella nostra memoria di italiani e di esuli. Sin dal XIX secolo, infatti, i nostri connazionali (e non) di religione israelita, insediati ab antiquo o più recentemente nella Venezia Giulia e in Dalmazia, hanno condiviso lo spazio civile e sociale di territori adusi alla convivenza perché di antica civiltà».
«Nella storia del Risorgimento – prosegue la lettera – gli ebrei giuliani furono tra i più entusiasti fautori dell’italianità culturale dei territori orientali, e tra le loro fila si enumerano tanti volontari nelle guerre d’Indipendenza. E non si contano i grandi nomi della cultura, da Isaia Ascoli, che per primo suggerì il nome di Venezia Giulia per il Litorale austriaco, a Umberto Saba, da Carolina Luzzatto a Luciano Morpurgo, a tanti altri protagonisti della vita di Trieste, di Gorizia, di Fiume, di Zara».
«L’abominio delle leggi razziali colpì intere e laboriose comunità ebraiche – particolarmente a Fiume –, bene inserite nel tessuto cittadino, sconvolgendo antiche consuetudini e sedimentate relazioni […]. Così intenso era il secolare rapporto delle comunità israelitiche italiane alla Nazione di cui si sentivano ed erano parte».
«Memori di tanta efferatezza, gli Esuli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, che hanno conosciuto le persecuzioni ideologiche ed etniche e lo scontro fra i totalitarismi del Novecento su quel confine, rendono commosso omaggio alle vittime della follia nazista, ed offrono una condivisa preghiera per tutti i cittadini di religione ebraica deportati dalla Venezia Giulia nei tremendi anni della seconda guerra mondiale». «L’irrompere delle ideologie e dei regimi totalitari fascista e nazista prima, comunista poi, – conclude il Presidente Anvgd – hanno causato anche nelle civili città giuliane e dalmate episodi di barbarie che pochi ebbero allora il coraggio di denunciare, ma che erano all’antitesi della cultura liberale di italiani, figlia dei valori risorgimentali di libertà e di convivenza».
Roma, 25 gennaio 2013