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Ziberna: «Vogliamo per Gorizia un museo sulla Grande guerra» (Il Piccolo 24gen13)

Assessore Ziberna, si dibatte ancora sull’esito degli Stati generali della cultura goriziana di due mesi fa. E non mancano le critiche. Qual è il suo bilancio?

 

Mi attendevo qualcosa in più dalle associazioni. È emersa con evidenza quella delle continue sovrapposizioni di iniziative in ambiti affini. A febbraio presenterò uno strumento, promosso dal Comune e dal Consorzio Universitario, con cui poter calendarizzare gli eventi al fine di evitare le sovrapposizioni.

 

Tra le criticità si fa riferimento alla trascuratezza del Castello e all’assenza di materiale promozionale.

 

Il problema è quello della più drammatica mancanza di risorse dal dopoguerra. A ciò stiamo ponendo rimedio sensibilizzando la partecipazione di soggetti privati.

 

In questo momento qual è il progetto culturale su cui punta il Comune?

 

La sfida principale, sulla quale stiamo riflettendo insieme al sindaco e attendiamo di vedere come andrà l’assestamento del bilancio regionale, è quella di allestire un museo multimediale della Grande guerra, capace di attrarre persone già solo per la tecnologia usata.

 

Si è spesso parlato dell’opportunità di sfruttare meglio il patrimonio garantito dal monte Sabotino. Ci sono novità?

 

È emersa la proposta di dotare le gallerie del Sabotino di una segnaletica in grado di indirizzare il pubblico. A dicembre avevamo già deliberato un contributo in tal senso all’associazione Seppenhofer, che curerà de facto l’operazione.

 

Quali saranno le priorità nell’erogazione delle risorse?

 

Andranno salvati quegli eventi in grado di assicurare significative presenze provenienti da altri comuni e province, siano essi dal Comune organizzati o solo cofinanziati. Mi riferisco a èStoria, alle Giornate della Falconeria, al Premio Amidei, alle manifestazioni folkloristiche, al Festival Vegetariano, a Gusti di Frontiera, Dolci di Frontiera, alla Fiera di Sant’Andrea e agli eventi del Dicembre Goriziano, le iniziative concertistiche in agosto e settembre all’aperto nei luoghi cittadini, ma anche all’imminente Carnevale, a ExpoMeGo e Pollice Verde, agli eventi legati al Premio Santo Patrono. Questi solo per citarne i principali.

 

Dove troverete le risorse?

 

Sarà un compito molto impegnativo. Il Comune è disponibile a collaborare con soggetti privati per co-organizzare anche nuovi eventi, in grado di non pesare sulle casse municipali.

 

Rapporto con Nova Gorica e altri comuni d’oltre confine?

 

Diverse sono le iniziative che già svolgiamo insieme e che intendiamo incrementare. Pensiamo al Gect, alla collaborazione dei rispettivi Consorzi universitari, alle intese tra società sportive. Il ruolo dell’assessorato perciò non sarà solo quello di un collettore di iniziative e organizzatore di grandi eventi bensì si caratterizzerà anche come sostenitore – per quanto possibile – di tutte le realtà di base e/o propositivo di una particolare visione del vivere la città.

 

D’accordo con i tagli ma fa una certa impressione pensare alla chiusura dell’Auditorim di via Roma.

 

Sono consapevole che sarebbe un grave peccato, con oltre 100 eventi che vi hanno luogo ogni anno e gli oltre 250 giorni di mostre alla galleria Dora Bassi. L’assessore Pettarin sta trattando con la Regione. Oggi l’Auditorium costa al Comune, e perciò ai cittadini, circa 120mila euro all’anno. Se le condizioni lo consentiranno il Comune potrebbe rimanere a gestire la struttura, giungendo a risparmiare circa il 30% rispetto a prima. Lo decideremo a giorni insieme al sindaco, che ha l’ultima parola.

 

Per l’utilizzo del Museo Santa Chiara il suo predecessore aveva pensato all’esposizione del tesoro dell’arcidiocesi. Cosa ne pensa?

 

Vorrei avere piena conoscenza del materiale da esporre e fare una simulazione sui costi, ovvero se l’affluenza prevista sia in grado di coprire almeno i costi di gestione, che sono sull’ordine dei 150mila euro all’anno (ogni mese il personale costerebbe 12.000 euro, cui si aggiungerebbero spese di riscaldamento, vigilanza, assicurazioni, ecc.). Oggi il Comune non se li può permettere, ma ciò non significa che la splendida struttura debba rimanere inutilizzata. Privati possono ottenerla in concessione.

 

A quando il posizionamento del cartellone di Isonzo-Soca sui luoghi più significativi di Gorizia e di Nova Gorica?

 

La Provincia e il Comune stanno attendendo il preventivo dei costi. I quattro/cinque cartelloni, infatti, sarebbero collocati sia a Gorizia (piazzale Seghizzi in Castello, ecc.) che a Nova Gorica. Il costo lo divideremmo tra Comune e Provincia, sebbene nessuno sino ad alcune settimane fa sapesse che anche Comune e Provincia dovevano partecipare alla spesa. Con Portelli si pensava di acquistarne due nel 2013 e due nel 2014.

 

Qual è il periodo della storia goriziana che più le piace?

 

Quello della Nizza austriaca, della crescita urbanistica, della cultura raffinata che si insinua, della capacità di attrazione che Gorizia aveva, della prima industria del tessile, dei rapporti con la nobiltà europea. Una Gorizia che sapeva essere vivace, colta e romantica.

 

Chiudiamo con ottimismo: la crisi vista come un’opportunità. Per fare cosa?

 

Per tagliare i rami secchi, ottimizzare e migliorare l’offerta. Generando collaborazioni e sinergie tra i diversi protagonisti della cultura goriziana siamo in grado di offrire un prodotto cultura d’eccellenza.

 

Roberto Covaz

“Il Piccolo” 24 gennaio 2013

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