“Il Settore Organizzazione, Sviluppo e Quadri dell’UI ha sempre operato puntando principalmente sulla formazione dei giovani licenziati dalle scuole medie superiori italiane di Croazia e Slovenia, dando la priorità alla politica dei quadri e dei profili professionali – sostiene Daniele Suman, titolare del succitato Settore della Giunta esecutiva nella relazione sulle borse di studio erogate nel periodo 2005-2012 – per trovare e promuovere strumenti appropriati per motivare i giovani nella scelta di professioni altamente utili per la formazione dei futuri quadri delle istituzioni operanti nell’ambito della CNI”.
Un’analisi dettagliata, che, tra l’altro, sfata il mito secondo il quale i laureati della CNI sarebbero perlopiù attinenti alla sfera delle scienze umanistiche; d’altra parte conferma la carenza ormai cronica di determinati profili, tra cui i docenti di matematica. Oggi ne mancherebbero ben 8. Pertanto, Suman ha annunciato dei cambiamenti sui bandi di concorso per il 2013 per incentivare le borse vincolate alle istituzioni, in primis alle scuole, al fine di garantirne l’esistenza, il buon funzionamento, lo sviluppo e la qualità. Il documento offre un’ampia radiografia delle risorse umane che la CNI potenzialmente possiede o su cui potrebbe, all’occorrenza, far leva.
A proposito di università, Suman si è soffermato sulla necessità si rilanciare il Dipartimento di Scienze della formazione – Sezione italiana dell’Università “Juraj Dobrila” di Pola. “Una ricchezza da proteggere per la fragilità che ne connota le sue attuali strutture – ha rilevato Suman –. Infatti, periodicamente sia istituzioni statali, ma anche quelle della minoranza, che dovrebbero appoggiare e stimolare gli sforzi per mantenere il funzionamento di corsi per la formazione di maestri ed educatori per le scuola della minoranza, uniche in Europa, minacciano di mettere a rischio la loro realizzazione causa l’esiguo numero di studenti”. “È necessario proteggere e salvaguardare ulteriormente questi corsi universitari”, ha concluso.
Una via percorribile sarebbe quella della sinergia con il neonato Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Fiume. Se non altro potrebbe risolvere il problema dei docenti, che le due realtà si trovano oggi a condividere, come sottolineato da Gianna Mazzieri Sanković, che ne è a capo. Magari istituendo un accordo di cooperazione accademica per avviare una reciprocità di carattere regionale (con l’asse Fiume – Pola –Capodistria), se non internazionale, visto che Fiume, prima in Croazia, sta per attivare con l’Ateneo di Padova un programma di corsi per ottenere un double degree.
(fonte “la Voce del Popolo” 30 gennaio 2013)